Castellana, addio a Vincenza Lisuzzo, la prima ad aprire un caffè sulle Madonie

Mirella Mascellino

Cronaca

Castellana, addio a Vincenza Lisuzzo, la prima ad aprire un caffè sulle Madonie
Aveva 96 anni

18 Gennaio 2016 - 00:00

A Castellana Sicula, sabato 18 giugno, è morta Vincenza Lisuzzo, 96 anni il 9 settembre. Vincenza ha avuto una vita lunga e travagliata di dolori, superati con forza, trasformati in speranza e voglia di vivere. Si sposa il 21 aprile 1940 con Giuseppe Lima, di Polizzi Generosa, classe 1915, pasticciere che viene chiamato alle armi il 13 giugno dello stesso anno, senza farvi più ritorno. Il Ministero della Guerra lo annovera tra i dispersi, certificandolo nel 1944 e dopo dieci anni, il tribunale ne dichiara la morte presunta.

Oggi forse in pochi sanno che Vincenza vanta un grande primato che la immortala nella storia di Castellana e delle Madonie. Grazie alla madre e alla forza di ricominciare, nel 1946, Vincenza, nella centralissima via Mazzini, aprì il primo caffè di Castellana Sicula. Il caffè si faceva con la moka sei tazze, tipo famiglia. Una grande attrazione che motivava le persone ad uscire di casa e ritrovarsi in un posto pubblico, che non fosse un circolo, per quelli che potevano esserci all’epoca. Il caffè al bar era un momento di libertà e di mondanità per tutti: “prendere il caffè al bar era in un certo senso un atto di orgoglio e di levità parigina”, così lo documenta Giuseppe Antinori, nel suo libro Castellana Sicula piccole storie di un paese privo di storia, in cui cita il primato della signora Vincenza, appoggiata dalla mamma Angela. Sul finire degli anni ’50 Vincenza incontra un altro uomo, Calogero Macaluso: “dolce, affettuoso e generoso”, dirà, che sposa, formando, con lui, una bella famiglia. Dà alla luce due figlie, Mimma e Loredana. Purtroppo il lutto segna ancora la sua vita, con la morte prematura della figlia Mimma, nel 2011 e poi del marito. Ma non si arrende. Il suo amore immenso e la sua voglia di vivere li riversa nei sei nipoti che le figlie le hanno donato, per i quali stravede, fino all’ultimo dei suoi giorni e sicuramente anche da lassù

Vincenza era una donna semplice e vera. Incarnava il bello della vita, l’amicizia, quei valori semplici e universali, oggi sempre più rari. Incarnava la forza antica delle donne, capaci di ricostruire sulle macerie della guerra e di rialzare la testa di fronte alla morte, in nome dell’amore e della vita.

Che la Terra ti sia lieve, cara dolce Vincenza.

Ai familiari le condoglianze della redazione di Madonie Press.

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