Nei bar siciliani spremute di arance ad un euro: ecco la nuova iniziativa

Redazione

Cronaca

Nei bar siciliani spremute di arance ad un euro: ecco la nuova iniziativa
L'iniziativa è del sito cronachedigusto.it e coinvolge già più di 200 bar dell'isola

18 Gennaio 2016 - 00:00

È stata presentata oggi presso la sede della Confcommercio Sicilia a Palermo, l’iniziativa “Bevi salute”, spremute di arance siciliane nei bar ad un euro. L’iniziativa, ideata dal sito cronachedigusto.it, coinvolge oltre duecento bar dell’Isola che venderanno spremute di arance siciliane certificate al prezzo di un euro. È stato creato un sito apposito, raggiungibile al sito www.bevisalute.it, dove sarà costantemente aggiornato l’elenco dei bar che stanno aderendo all’iniziativa.

Alla presentazione hanno preso parte gli assessori regionali siciliani Cleo Li Calzi (turismo) e Nino Caleca (agricoltura), il presidente della Fipe Sicilia Dario Pistorio; il presidente del consorzio arancia Ribera Dop Giuseppe Pasciuta; il presidente di Coldiretti Sicilia Alessandro Chiarelli; il presidente del distretto agrumi di Sicilia Federica Li Calzi; il presidente della Fipe Siracusa Maurizio Tasca; Giovanni Pagano della Coop Sicilia.

“Con la nostra iniziativa tentiamo di far fare sistema alla Sicilia – dice Fabrizio Carrera, direttore del sito cronachedigusto.it -. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere decine e decine di bar dell’Isola, affinché propongano ai propri clienti spremute d’arance siciliane ad 1 euro. La nostra iniziativa ha quattro obiettivi: quello sociale, perché vogliamo che i pubblici esercizi facciano un passo verso i propri clienti proponendo una spremuta ad un prezzo più conveniente; quello economico, perché con questa iniziativa metteremo in contato il mondo della produzione agricola con il mondo dei pubblici esercizi, accorciando la filiera e sperando che questo possa contribuire a remunerare meglio i produttori di arance; quello culturale, perché in questo modo vogliamo promuovere un frutto che caratterizza come poche altre cose, la Sicilia; quello salutistico, perché, come documentato dal mondo scientifico, un consumo di spremute d’arance fa molto bene al nostro organismo. Per noi è anche un valore che i bar aderenti alla nostra iniziativa si impegnino ad acquistare solo arance siciliane certificate”.

“Abbiamo già provveduto ad inviare alle associazioni di categoria una lettera da far trasmettere poi a tutte le strutture ricettive siciliane perché possano servire a colazione, spremute di arance siciliane – dice Cleo Li Calzi, assessore della regione siciliana al Turismo. Inoltre, all'Expo, saranno presenti due macchine spremiagrumi che saranno installate all'ingresso del padiglione siciliano. Chi acquisterà una spremuta d'arancia, riceverà in omaggio un ticket per entrare gratis in un qualsiasi museo siciliano. Accanto alle macchine per spremere le arance, sarà installato un totem su cui sarà proiettato di continuo un video dove la gente capirà cosa vuol dire fare vacanza in Sicilia. Bisogna pensare ad un modo nuovo di fare comunicazione sulla nostra Regione, che vada attraverso la sponsorizzazione dei nostri prodotti per incentivare le visite in Sicilia”.

“Abbiamo aderito con entusiasmo a questa iniziativa – dice Dario Pistorio, presidente Fipe Sicilia -. Dobbiamo far capire alle persone che la valorizzazione di un percorso eno-gastronomico diventa importante, se non fondamentale. Le spremute d'arancia diventano il punto di partenza, anche se poi l'arancia stessa può diventare la vera protagonista anche nelle nostre cucine. Dal progetto BeviSalute si può sviluppare un percorso virtuoso che coinvolga anche i ristoranti”.

“Come consorzio tentiamo dal 1998 di diffondere la cultura del consumo delle arance siciliane, devo dire senza particolare successo – afferma Giuseppe Pasciuta, presidente consorzio arancia Ribera Dop -. In Sicilia è difficile trovare nei bar spremute d'arancia, soprattutto di arancia siciliana. Credo che dovremmo convincere tutti ad utilizzare gli agrumi. Ma la cosa fondamentale è che venga utilizzato prodotto siciliano tracciato che dia una certa garanzia di sicurezza”.

“Avere, in questa iniziativa, l'appoggio dell'assessorato alla Salute, del Turismo e dell'Agricoltura credo che sia molto importante – dice Alessandro Chiarelli, presidente Coldiretti Sicilia -. Credo che il progetto serva a ridare dignità al prodotto arancia. Noi non siamo bravi a fare rete, ma questo è un gap culturale. Dobbiamo incentivare le famiglie a consumarne di più, soprattutto le nostre, che sono le più buone ed a chilometro zero”.

“La partecipazione a questa necessità è un po’ per la necessità di far affermare la realtà agrumicola siciliana che spesso non ha la visibilità né nazionale né internazionale che meriterebbe – afferma Federica Argentati, presidente distretto agrumi di Sicilia -. La Spagna, la Tunisia ed il Marocco sono i nostri principali competitor, ma da loro produrre arance costa meno. Bisognerebbe fare ancora di più sistema per sbaragliare la concorrenza e far affermare il nostro prodotto sano e genuino. E, soprattutto certificato”.

“In Sicilia manca la cultura delle spremute d'arancia. Un po' anche degli addetti ai lavori che non vogliono “sporcarsi le mani” per farle – dice Maurizio Tasca, presidente Fipe Siracusa -. Noi riteniamo che sia fondamentale iniziare dalle scuole per lanciare questo messaggio salutistico: educare i bambini ad un consumo quasi quotidiano di spremute d’arance sarebbe fondamentale”.

“Nei primi mesi del 2015, nascerà presso il nostro ipermercato del centro commerciale La Torre – dice Giovanni Pagano, Coop Sicilia -, un corner dove venderemo anche noi le spremute di arance siciliane ad un euro. Un'iniziativa che ci piace molto”.

“Si tratta di un'iniziativa estremamente importante – dice Nino Caleca, assessore della regione siciliana all'Agricoltura -. L'agricoltura è un settore vivo e vitale della nostra Regione ed è comunque in crescita, Oltre che è l'unico settore che sta offrendo occupazione. Per carità, ci sono dei problemi, ma il dato è abbastanza chiaro: i numeri sono positivi. Cercheremo, prendendo spunto da questa iniziativa, di obbligare, nel caso fosse possibile, a far utilizzare prodotti siciliani nei nostri bar e ristoranti. Credo che sia il miglior modo per far crescere la nostra economia e lanciare un segnale chiaro a chi ci guarda dall'esterno”.

(FOTO DI VINCENZO GANCI)

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