Salviamo il Mandralisca. Lettera aperta del vice sindaco di San Mauro Giovanni Nicolosi

Redazione

Politica

Salviamo il Mandralisca. Lettera aperta del vice sindaco di San Mauro Giovanni Nicolosi
La fondazione è in piena crisi economica. Nicolosi chiama a raccolta tutto il territorio

18 Gennaio 2016 - 00:00

Ormai da diversi mesi il Museo Mandralisca di Cefalù è al centro di una bufera, in balia di polemiche politiche, crisi economiche e dibattiti culturali. La fondazione, che gestisce il museo e la biblioteca, non ha più risorse per andare avanti e, a causa dei tagli ai contributi regionali, ha chiuso il bilancio 2013 con un disavanzo di 103 mila euro ai quali devono aggiungersi i 350 mila euro delle gestioni passate. Quest’anno poi, con l'abolizione della cosiddetta “tabella H” del bilancio regionale, destinata al finanziamento delle istituzioni culturali, al Mandralisca di Cefalù sono stati assegnati appena 99 mila e 500 euro, una cifra che, come confermato dal sindaco della cittadina normanna Rosario Lapunzina  “non può neppure coprire le spese di gestione del museo, senza interventi immediati il museo chiuderà “. Il Comune di Cefalù ha cercato di mettere una pezza attingendo fondi dal bilancio comunale ma, complice anche la preoccupante situazione economica delle casse del comune, non si può far certo affidamento a questi piccoli “interventi riparatori” per salvare il Mandralisca. Lo sa bene il vicesindaco di San Mauro Castelverde Giovanni Nicolosi, giovane molto attivo nel comprensorio madonita ed innamorato del patrimonio ambientale e culturale di questo territorio che, per altro, conosce a menadito. Ecco cosa scrive Nicolosi in una lettera aperta destinata a tutti gli attori, istituzionali e non , delle Madonie    

 

 

Cefalù e tutte le Madonie hanno la fortuna di possedere uno dei capolavori più importanti dell’arte rinascimentale mondiale: il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina realizzato intorno al 1470 e conservato nel Museo Mandralisca di Cefalù. Questo ritratto è stato il primo realizzato da Antonello a tre quarti, postura tipicamente fiamminga, con la tecnica dell’olio su tela. Penso che questo patrimonio di inestimabile valore oggi dovrebbe essere il volano per lo sviluppo turistico della Sicilia intera, ma la miopia dei politici regionale degli ultimi anni sta costringendo uno dei museo più importanti dell’isola a chiudere. Non bastano sicuramente le 20mila presenze annue, credo che tutto il comprensorio madonita debba mobilitarsi da subito per scongiurare la chiusura del museo. Bisogna ripartire dalle scuole locali per far conoscere il museo a tutti i giovani madoniti, il Parco delle Madonie deve prendere una parte attiva nel sostenerlo, il distretto turistico delle Madonie deve riflettere sulla sue potenzialità e gli stessi operatori turistici cefaludesi devono promuoverlo di più con una politica finalizzata maggiormente all’aspetto culturale ed artistico.

Giovanni Nicolosi

 

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