“Pago io”: addio al celibato/nubilato si trasforma in rissa. In 14 a giudizio

Redazione

Cronaca

“Pago io”: addio al celibato/nubilato si trasforma in rissa. In 14 a giudizio

03 Gennaio 2018 - 11:10

“Pago io”. Viene vista come un’offesa e scatta la lite. Si è trasformata in rissa una serata che doveva essere di gioia e felicità, un addio al celibato e nubilato per festeggiare le imminenti nozze. Invece se le sono date di santa ragione. Ora arriva la sentenza. Sul banco degli imputati, vanno in 14: sette dalla parte del futuro sposo, sette dalla parte della futura sposa. Donne e uomini che devono rispondere, a vario titolo, dei reati di rissa e lesioni. L’episodio risale al 19 giugno 2014. Ci troviamo nel ristorante “Oscar dei sapori” a Chiusa Sclafani. Una serata organizzata per festeggiare il matrimonio tra Lillo e Maria Antonella, delle famiglie Aiello e Leone. La serata sembrava trascorrere nel migliore dei modi, con risate e brindisi insieme ai promessi sposi, fino al “gesto” che avrebbe fatto surriscaldare gli animi. Il padre della futura sposa, si sarebbe offerto di pagare la cena. “Un’offesa” che non sarebbe stata accettata dal padre del futuro sposo. E la discussione si è trasformata presto in una maxirissa che ha coinvolto i presenti.

Adesso per quei fatti sono finiti a processo ben 14 persone di entrambe le famiglie. Tutti sono stati citati a giudizio dal pm Luisa Vittoria Campanile e dovranno difendersi al processo che si celebrerà al Tribunale di Termini Imerese davanti al giudice monocratico Giuseppina Turrisi. L’avvocato Massimo Aiello, che assiste ai familiari dello sposo, tende “il ramoscello d’ulivo” e come dichiara al Giornale di Sicilia, “la versione dei miei assistiti – afferma – è quella per cui gli stessi sono stati oggetto di un’aggressione da parte della famiglia Leone mentre si discuteva chi avrebbe dovuto pagare la cena. Anziché dipanarsi da lì un normale quanto colloquiale approccio, ne è nata una sorta di offesa che ha dato luogo a una vera e propria aggressione. Gli Aiello sono stati costretti a difendersi per evitare di subire lesioni peggiori di quelle che hanno subìto. Inoltre i miei assistiti ritengono di non dare corso al risarcimento, cioè non si costituiranno presumibilmente parte civile al processo, perché ritengono che la vicenda sotto il profilo risarcitorio debba avere un epilogo diverso, tenuto conto che i due fidanzati nel mentre sono diventati marito e moglie”.

Dello stesso tenore pacificatorio anche l’avvocato Pierfranco Puccio, che assiste i familiari della sposa. “Tutti i Leone e i Fontana, miei assistiti – dichiara il legale al Giornale di Sicilia –, innanzitutto hanno chiarito la propria posizione personale con la famiglia Aiello, tanto che i due ragazzi sono oggi felicemente sposati. Per quanto riguarda il reato di rissa, sosterremo in giudizio che non è applicabile, essendo da verificare la responsabilità di uno soltanto dei miei assistiti”.

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