Alimena, giovedì l’inaugurazione della biblioteca intitolata a Filippo Valenza

Redazione

Cronaca

Alimena, giovedì l’inaugurazione della biblioteca intitolata a Filippo Valenza

27 Marzo 2018 - 17:02

Giovedì 29 marzo, alle 16, ad Alimena, sarà inaugurata la Biblioteca Filippo Valenza, sede dell’omonima associazione, nata per onorare la memoria dello studioso, professore e partigiano di origine alimenese, nato il 4 febbraio 1914 e morto il 21 aprile 2016, a 102 anni. L’associazione avrà sede nei locali dell’ex scuola dell’Infanzia, in via Maddalena concessi in comodato d’uso dall’amministrazione comunale, guidata da Alvise Stracci, recuperati dopo essere stati vandalizzati nel 2014. Da dicembre scorso i volontari dell’associazione hanno messo su una biblioteca coi libri donati dal professore Valenza, ai quali si sono uniti altri volumi donati da varie case editrici, da scrittori e da liberi cittadini. Oltre alla donazione di testi di vario genere, sono state fatte delle offerte in memoria di persone scomparse che credevano nella forza della cultura e nel potere della parola.

La biblioteca donata dal professore è composta da volumi di storia e filosofia, anche narrativa e un filone di saggi sulla questione israelo-palestinese, di cui Valenza era un profondo conoscitore e studioso. I libri saranno disponibili per la pubblica fruizione, così come il locale sarà luogo di incontri culturali aperto alla comunità e al territorio. “Ringrazio a nome dell’associazione l’ammnistrazione comunale per la sensibilità mostrata nell’avere messo a disposizione i locali, oggi sede dell’assoziazione”, afferma Castrenze Di Gangi, presidente dell’associazione. Sarà presente la vedova del professore Laura Fornaci, Presidente onoraria dell’associazione.

Filippo Valenza, docente di Filosofia ha partecipato alla Resistenza, ha fatto parte del CLN di Lodi, impegno politico che prosegue anche qualche anno dopo, fino a quando scopre di essere più un topo da biblioteca che un politico. Ha insegnato filosofia a Siracusa, a Lodi, a Varese e a Napoli ed anche all’estero. È stato lettore di Italiano all’università di Wuerzburg e Bonn. È autore di numerosi scritti, di grande spessore e testimonianza, che tuttavia sono sconosciuti dalle generazioni più giovani. Gli ultra cinquantenni di oggi ricorderanno che alla scuola media veniva fatto leggere loro Il garzonello, quale testo di narrativa, testo di grande valore letterario e storico per la testimonianza riportata sulla condizione di vita dei ragazzini figli di villani costretti ad andare garzonelli presso un padrone, abbondonando la famiglia e sottratti ingiustamente all’infanzia. Questa era la sorte capitatata a tanti, anche fra i nostri nonni. I testi di Valenza offrono una grande testimonianza della Sicilia di un tempo. Basta pensare a Il soprastante, che vede due edizioni, la prima Dehoniane, la seconda Fratelli Conte, un romanzo dalla notevole mole, dove si dipana la storia di un popolo, quello contadino, che da un lato convive con le ingiustizie della mafia e dall’altro cerca di ribellarsi alle antiche vessazioni dei padroni mafiosi che si servivano di tristi figure, quali i soprastanti e i campieri, per esercitare il loro potere, pagando la ribellione con la vita.

Dal romanzo emergono grandi ritratti introspettivi, dei vari personaggi che si avvicendano (che tanto rinviano alle personalità tipiche dei vinti di Giovanni Verga), la cui unica forza e unico fine della loro vita era il lavoro, solo il lavoro, notte e giorno, dalla fatica insormontabile e inimmaginabile. In mezzo a tanta fatica e a tanta ingiustizia si fa strada l’idea che le imposizioni dei padroni non sono legge. Si intrecciano così riflessioni e argomentazioni di tipo filosofico accanto alle introspezioni psicologiche e alle descrizioni della cruda realtà, fino ad arrivare all’epilogo finale che sembra volere capovolgere la realtà attraverso, “lo sbandamento nel metafisico”, per usare le parole dello stesso Valenza, tratte dalla quarta di copertina. In un romanzo breve Valenza affronta anche il conflitto in Vietnam, con il racconto Il piccolo viet. Nel 2005 la pro-loco, presieduta allora da Calogero Ciappa, avendo intrapreso il lavoro di valorizzazione e promozione della letteratura, dando vita al concorso letterario che ha permesso ad Alimena di essere conosciuta fuori dalle sue mura, connotandosi come città che ha dato spazio alla letteratura, ha invitato lo studioso, accettando di fare da presidente onorario della II edizione del Premio letterario dedicato a Rosario Giacomarra.

La partecipazione è aperta a tutti. Si chiede ai partecipanti di portare un libro già letto da lasciare a disposizione degli altri, apponendo la firma e la dedica.

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