Termini, sit-in alla Blutec: “Governo e Fca si assumano le proprie responsabilità”

Redazione

Cronaca

Termini, sit-in alla Blutec: “Governo e Fca si assumano le proprie responsabilità”

02 Maggio 2018 - 11:03

Il sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta, torna sulla vicenda degli ex operai della Fiat: “Abbiamo ricevuto, con piacere, i dipendenti di Blutec che giustamente preoccupati dalle notizie che giungono da Roma (revoca, da parte di Invitalia del finanziamento previsto dal Mise per la reindustrializzazione del sito produttivo di Termini Imerese), hanno deciso di spostarsi dai cancelli dello stabilimento al Palazzo di Città per manifestare pacificamente e chiedere quelle risposte che, da anni, tardano ad arrivare. In particolare, i lavoratori, accompagnati dai rappresentanti sindacali di Fiom, Fim e Uilm, riuniti all’interno della Sala Vincenzo La Barbera, ci hanno chiesto di contattare il Prefetto di Palermo al fine di richiedere la convocazione urgente al quale dovrebbero partecipare le rappresentanze sindacali, il Sindaco di Termini Imerese e il Presidente della Regione Siciliana. Al riguardo, desidero ringraziare, per la consueta sensibilità, il Prefetto Antonella De Miro, che da me contattata telefonicamente, ha immediatamente manifestato la propria disponibilità ad incontrare i rappresentanti dei lavoratori già nella mattina di martedì otto maggio. Nel corso dell’incontro chiederemo al Prefetto di contattare il Governo affinché venga convocato, con urgenza, al Mise un tavolo tecnico nel quale tutte le parti che hanno sottoscritto l’accordo di programma nel dicembre del 2014, mantengano gli impegni assunti a partire da Invitalia che unitamente al Mise e a Fca hanno proposto il coinvolgimento di Blutec nell’opera di reindustrializzazione dell’area Imerese. La città, dopo anni di battaglie, su tutti i fronti, è oramai stanca di subire ingiustizie sociali che stanno rendendo sempre più povera la comunità. Il Governo nazionale e Fca devono assumersi le proprie, gravose, responsabilità, hanno, infatti, l’obbligo morale e non solo di portarci fuori dalle sabbie mobili nelle quali ci hanno portato.”

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