Ex Fiat a Termini, da Roma notizie non positive: “A rischio la cassa integrazione”

Redazione

Cronaca

Ex Fiat a Termini, da Roma notizie non positive: “A rischio la cassa integrazione”

01 Giugno 2018 - 09:54

L’incontro sull’ex stabilimento della Fiat al Ministero dello Sviluppo economico si è concluso con dei piccoli passi avanti. Ma la preoccupazione resta tutta. Erano presenti all’incontro, l’imprenditore torinese Ginatta (proprietario di Blutec), Invitalia, Castano per il Mise, le rappresentanze sindacali. Dopo un breve excursus da parte dei funzionari di Blutec del nuovo piano industriale (conclusione 31/12/2019 in ritardo di ben un anno rispetto a quanto previsto), comunque, ancora, tutto da definire (sarebbe dirimente l’affidamento da parte di Fca dell’allestimento del Doblò).

Poi c’è la questione relativa al contenzioso Blutec-Invitalia per la restituzione dei circa 20 milioni di euro. Sembrerebbe essere stato trovato l’accordo in merito all’acconto (circa 3 milioni di euro). Non si registra, invece, condivisione rispetto al piano di rientro (tempistica), garanzia a tutela del piano e corresponsione degli interessi sulla sorte da restituire. Da parte sua, Invitalia ha chiesto ed ottenuto dal Mise l’autorizzazione a proseguire le trattative con Blutec che dovrebbero, quindi, concludersi nei prossimi giorni. Tavolo aggiornato al 12 giugno alle ore 12. “Prendo atto dei piccoli passi avanti effettuati – dice il sindaco Francesco Giunta – Ritengo, tuttavia che il progetto di reindustrializzazione non possa, ad oggi essere del tutto garantito. Vi sono ancora troppi aspetti da chiarire e soprattutto individuare il ruolo di Fca che ritengo non possa assolutamente sottrarsi alle proprie gravi responsabilità. Fiat/Fca devono tornare al tavolo del Mise e farsi garanti dell’accordo sottoscritto il 22/12/2014. Non dimentichiamo che il 2019 si avvicina e senza un serio piano industriale non potremo richiedere la cassa integrazione per un ulteriore anno. In ultimo, ma non per ordine di importanza, voglio sottolineare la grave situazione che vivono i ragazzi dell’indotto, privi, ad oggi, di reali garanzie per l’immediato futuro”.

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