A che serve denunciare uno Zombie?

Michele Ferraro

Editoriale

A che serve denunciare uno Zombie?
La procura non può far nulla. La soluzione per le nostre strade è tutta politica

18 Gennaio 2016 - 00:00

Ieri i sindaci delle Madonie, chiamati a raccolta ad Isnello dal primo cittadino Pino Mogavero, hanno fatto il punto della situazione sulla viabilità intercomunale, messa in ginocchio da un inverno più piovoso del solito e dalla totale assenza degli enti preposti alla salvaguardia delle strade provinciali. Un problema, a dire il vero, che ci portiamo dietro da diversi anni ma che, dopo il colpo di genio di Rosario Crocetta, ha fatto venire in cima al pettine tutti i nodi nascosti dagli interventi tampone che, fino a qualche tempo fa, ancora la provincia riusciva ad assicurare

I sindaci (o loro delegati) presenti all’incontro, in contumacia degli altri illustri invitati (Provincia, Anas e Protezione Civile) che non si sono scomodati, hanno accolto all’unanimità la proposta, formulata da Pino Mogavero, di denunciare alla Procura della Repubblica la Provincia Regionale di Palermo, o quello che ne rimane (il commissario Munafò).

Un’azione che, dal punto di vista teorico, non fa una piega. Ma che, come prevedibile, non porterà a nulla, dato che l’ente intermedio di fatto non esiste più e, come più volte ribadito, non ha una lira per far fronte alle emergenze. Insomma, i nostri sindaci avrebbero deciso di portare in tribunale uno “zombie” con le tasche vuote che, a causa del vuoto creato dal governatore Crocetta, sta isolando l’intero entroterra siciliano. Ciò, sia chiaro, con la complicità di Anas (sempre a corto di mezzi e di personale) e Protezione Civile (continuamente presa da altre emergenze e comunque anch’essa a corto di fondi).

Insomma, al momento la ricetta proposta dai sindaci, di fronte ad una emergenza sempre più pressante, è quella di affidarsi alle calende greche dell’italica giustizia. Una scelta che può essere tranquillamente derubricata dal capitolo delle soluzioni a quello delle azioni di protesta.

La soluzione, riteniamo, è un'altra, e va ricercata nella nobile arte della politica. La Regione ha di recente approntato una soluzione tampone: 49 milioni per riparare le Strade Provinciali siciliane. Un bel gruzzolo, ma neanche lontanamente sufficiente per riparare tutti i dissesti. Quindi la politica regionale dovrà fare delle scelte. Ed è qui che la politica territoriale dovrà mostrare i muscoli.

A poco serve mandare in tribunale un ente che non esiste più. Ciò che occorre è una concreta dimostrazione delle capacità dei nostri amministratori che, per una volta, può essere facilmente misurata: quanti di questi 49 milioni verranno destinati alle Madonie?

Non graviamo il già macchinoso meccanismo della giustizia di fascicoli propagandistici. La soluzione è tutta politica. Se il territorio è unito, se le Madonie vogliono diventare quella città a rete di cui da tempo si parla, allora si vada incontro a delle scelte concordate.

Le vecchie logiche spartitorie “poco ma per tutti” non serviranno a nulla, che qualche colpo di pala ed un pò di catrame non risolveranno nessuna delle emergenze che ci si parano di fronte ogni volta che prendiamo la macchina. Occorre individuare insieme 3 o 4 interventi ed a quelli dare priorità, chiedendo (ed ottenendo) dal governo regionale interventi seri e duraturi.  

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