Accademia Teatrale “Euphonia”, venerdì e sabato i saggi di fine corso

Redazione

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Accademia Teatrale “Euphonia”, venerdì e sabato i saggi di fine corso
Il regista Santi Cicardo “Il teatro non è solo spettacolo ma ricerca dell’esistenza e del suo senso”

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si conclude il primo anno dell’Accademia del Teatro e delle Arti Visive “Euphonia” avviata a Gangi dalle OfficineTeatrali “QuintArmata” e patrocinata dal Comune di Gangi che ha messo a disposizione dell’associazione i locali dell’ex carcere borbonico.

L’Accademia fin dall’inizio ha riscontrato un buon successo di allievi riuscendo a raccogliere 40 iscritti di tutte le età, bambini, giovani ed adulti.

Il prossimo 11 luglio si terrà il primo saggio di fine corso, ispirato a una favola dai fratelli Grimm “I tre capelli d’oro del diavolo”. In scena i bambini dai 10 ai 13 anni

Sabato 12 luglio gli altri saggi che porteranno in scena 5 atti unici di Anton Cecov: Sulla strada maestra, Proposta di matrimonio, L’orso, I danni del tabacco, Il canto del cigno, ed anche uno stralcio de “Le Tre sorelle”. Teatro delle rappresentazioni sarà l’incantevole contesto di Piazza della Catena, con inizio alle 21.15.

A tenere il corso di teatro sono stati i maestri Santi Cicardo, Matteo Contino, Francesco Gulizzi, Giuseppe Sciascia con la preziosa collaborazione degli attori Salvo Dolce, Anna Maria Guzzio, Andrea Saitta

“Il Teatro è una costruzione e perciò è una creazione – afferma l’attore e regista Santi Cicardo – è il tentativo di dar forma al mutevole, al divenire, all’evento. Di modellarlo per poi lasciarlo fluire nuovamente impetuoso ma trasfigurato. In questa operazione d’artigianato l’attore sente se stesso e scopre l’altro, il diverso, lo straniero a volte addirittura l’intruso. A questo profondamente crediamo noi delle OfficineTeatrali quintArmata, non allo spettacolo, non al vano diletto delle scene ma allo scavo persistente dell’esistenza e del suo senso. Lungo questo tortuoso bordo il Teatro non si configura come l’arte mortale della finzione ma come un sentiero di ricerca mai interrotto e senza fine di ricerca. La sua diffusione, dunque, prima ancora che l’Attore e il suo alter ego lo  spettAttore, ha l’obiettivo di cavare l’Esser-ci d’ognuno dei suoi convitati”

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