Addio anima bella

Mirella Mascellino

Editoriale

Addio anima bella
“Io Tanya non la conoscevo, ma le suo opere parlano di lei"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Quella appena trascorsa è stata una domenica siciliana attraversata dalla pioggia e dal sangue. Il sangue di Tanya, una giovane donna-artista di 28 anni, lavato dall’acqua incessante e battente di un giorno di oltre metà maggio, quando ti aspetteresti il sole della primavera. Io, Tanya non la conoscevo, fino ad oggi.

Però la sua morte violenta e ingiusta, avvenuta proprio in un giorno in cui di solito la città è più tranquilla, ha meno auto che la attraversano, me l’ha fatta conoscere, nel dolore. Tuttavia, benché non la conoscessi, le sue opere parlano di lei e un artista non muore mai! Sono sculture di legno, di terracotta, gesso, pietra e vetroresina che parlano per lei e di lei. Restituiscono, nella bellezza e purezza, una donna consapevole di stare al mondo, ma anche ribelle al mondo stesso e alle sue limitazioni.

Così dice la sua biografia, sulla sua pagina web, http://gaetana-valguarnera.wix.com/gaetana-valguarnera#!/cjg9: “Partendo dal tradizionale studio anatomico della figura umana sfrutta questo come strumento di espressione di stati d’animo e riflessioni intorno all’esistenza nella sua complessità, e al rapporto con l’alienante conformismo dei nostri giorni che ci vede costretti, a volte, a occultare i propri desideri per “sopravvivere” allo squallore del quotidiano.” Eloquente, tra le sue opere, Radicamento, in resina poliestere patinata, una donna in una postura solida, radicata nella terra e nella propria interiorità, che addenta la propria treccia di capelli “per quel mal sopportare di restrizioni alla propria libertà. Un radicamento o aderenza alla realtà, una condizione di inattività, lontana dal progresso, che porta inevitabilmente anche alla morte interiore.” Evidentemente Tanya aveva elaborato una profonda riflessione sul mistero della vita e della morte. C’è un’opera chiamata Vita, in terracotta patinata, ferro e legno che pare un grembo in posizione orizzontale in cui mani di adulto e piedini di un bimbo sono un tutt’uno. Ma c’è anche l’opera Morte, del 2010, un corpo di donna senza vita, giace, col viso in decomposizione, con un serpente addosso. Ci sono anche i Bambini con palloncini, interracotta patinata, coi palloncini colorati, piccolo gruppo scultoreo “che apparentemente comunica tenerezza e giocosità, ma cela una riflessione sulla delicatezza di quella fase di transito, quale è l’infanzia, come periodo fondamentale alla plasmabilità della personalità e autostima proprie.”

C’è perfino un autoritratto tra le sue opere, guardatelo, troverete la donna che tutti abbiamo visto in foto. La cronaca riporta che Tanya aveva in progetto di sposarsi. Ma un uomo ha spezzato la sua vita. Forse anche lui lavorava oggi. Forse correva, per la città senza traffico? Dopo averla stesa inerme sul suolo bagnato, a pochi passi dal lavoro, in un call center, ha cercato di fuggire. Quell’uomo non poteva mettersi al volante: gli avevano ritirato la patente, già da un anno.

Rimane il dolore e mille perché, nel grande vuoto lasciato nella vita dei cari di Tanya. Ma la sua arte la renderà immortale. Visitate il suo sito,troverete una donna piena di vita che aveva compreso e abbracciato vita e  morte:   http://gaetana-valguarnera.wix.com/gaetana-valguarnera

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