Alimena, addio allo storico e filosofo Filippo Valenza

Mirella Mascellino

Cronaca

Alimena, addio allo storico e filosofo Filippo Valenza
Si è spento a Roma all'età di 102 anni. Partecipò attivamente alla resistenza

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si è spento a Roma, il professore Filippo Valenza, 102 anni, compiuti il 4 febbraio scorso. Alimenese illustre, docente di Filosofia e Storia, instancabile studioso, ha partecipato alla Resistenza, quale dirigente nel Comitato di Liberazione Nazionale di Lodi, dove insegnava. È stato lettore di Italiano all'università di Wurzburg e Bonn. Ha vissuto a Napoli, dove ha insegnato e dove all’età di 67 anni è andato in pensione.

“Fui chiamato alle armi, a difendere la patria in guerra, nel 1943. Dopo appena un paio di mesi l’esercito si sciolse e io rimasi nel nell’Italia del Nord negli anni dell’occupazione tedesca e della Resistenza alla quale partecipai come membro del CLN di Lodi dove insegnavo. Ritornato a Siracusa nel cui liceo ero titolare, svolsi anche attività politica nel PCI del quale ero rappresentante nel Consiglio Comunale. Smisi l’attività politica profittando della fortuna di essere riuscito a ottenere un comando all’estero come lettore di italiano in Germania – l’odiata Germania di Hitler, ma dame adorata terra dei due miei grandi amori, la musica e la filosofia – dove rimasi tre anni, due all’università di Wuerzburg e uno a Bonn.”, citazione dal suo autoritratto sul sito www.filippovalenza.it.

Autore di libri di alto valore storico-letterario della Sicilia di un tempo, tra i quali Il garzonello, opera di denuncia sulla condizione dei minori, costretti ad andare garzoni presso un padrone, lontani dalla famiglia. Un altro testo notevole è il romanzo Il soprastante, che vede due edizioni, la prima Dehoniane, la seconda Fratelli Conte. In esso si dipana la storia di un popolo, quello contadino, che da un lato convive con le ingiustizie della mafia, e dall'altro cerca di ribellarsi alle antiche vessazioni dei padroni mafiosi che si servivano di tristi figure, quali i soprastanti e i campieri, per esercitare il loro potere, pagando la ribellione con la vita. Dal romanzo emergono grandi ritratti introspettivi, dei vari personaggi che si avvicendano e che tanto rinviano alle personalità tipiche dei vinti di Giovanni Verga, la cui unica forza e unico fine della loro vita era il lavoro, notte e giorno, dalla fatica insormontabile e inimmaginabile. In mezzo a tanta fatica e a tanta ingiustizia si fa strada l'idea che le imposizioni dei padroni non sono legge. Si intrecciano così riflessioni e argomentazioni di tipo filosofico accanto alle introspezioni psicologiche e alle descrizioni della cruda realtà, fino ad arrivare all'epilogo finale che sembra volere capovolgere la realtà attraverso,“lo sbandamento nel metafisico”, per usare le parole dello stesso Valenza.

Tra gli altri scritti, editi, troviamo il racconto Il piccolo viet, che tocca anche il conflitto in Vietnam e il saggio In istruttoria.

Nel 2005, venne ad Alimena, su invito della Pro-loco, accettando di fare il presidente onorario del premio Letterario Alimena sotto le stelle della letteratura, II edizione, dedicato alla memoria di Rosario Giacomarra. Fu un momento bellissimo e indimenticabile. Era da tanto tempo che non veniva nel luogo delle sue radici.

Ho avuto il piacere di rincontrarlo, di recente, nella sua casa romana, l’8 dicembre scorso, col privilegio di ascoltare e filmare, per una mia ricerca, alcuni aneddoti legati al suo impegno nel CNL di Lodi.

Sabato mattina, sono stati celebrati, a Roma, i suoi funerali.

Lascia Laura, sua moglie, per la quale ha scritto:“certe volte ho l’impressione che il buon Dio, prima di crearti, mi abbia consultato: tu una donna che sposeresti, come la vorresti? Ho l’impressione che nel crearti abbia tenuto conto della mia risposta.”, citazione dal suo autoritratto.

Continuerà a vivere nel ricordo dei tanti amici che lo hanno amato e rimarrà immortale attraverso i suoi libri editi ed inediti.

Ciao Filippo, che la terra ti sia lieve! 

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