Altro colpo alla mafia, la Guardia di Finanza sequestra beni per 2 milioni di euro

Redazione

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Altro colpo alla mafia, la Guardia di Finanza sequestra beni per 2 milioni di euro
Tre operazioni che hanno "colpito" tre persone vicine a Lo Piccolo e Messina Denaro

18 Gennaio 2016 - 00:00

Un ingente patrimonio costituito da beni immobili, tra cui diversi appartamenti e terreni, tre aziende, automezzi e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 1,8 milioni di euro, è stato sottoposto a confisca dalla Guardia di Finanza di Palermo in esecuzione di tre distinti provvedimenti, emessi dagli Uffici Misure di Prevenzione dei Tribunali di Palermo e Trapani, a carico di altrettanti soggetti, sulla base delle risultanze degli accertamenti economico/patrimoniali eseguiti dal Gruppo d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata del Nucleo di polizia tributaria di Palermo.

Il primo provvedimento è stato eseguito nei confronti di un settantaduenne di Palermo, destinatario nel 2008 di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione, quale appartenente alla famiglia mafiosa di “Tommaso Natale”, legato da rapporti di parentela con il boss Salvatore Lo Piccolo, per conto del quale è accusato di avere gestito e riscosso il “pizzo” in danno di numerose attività commerciali, in taluni casi anche imponendo l’assunzione di soggetti “vicini” alla cosca. Tenuto anche conto delle forti discordanze tra i beni posseduti dal soggetto e le sue fonti di reddito ufficiali, il Tribunale di Palermo ha disposto la confisca di 4 immobili ad uso abitativo, un locale commerciale ed un lastrico, per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro, in quanto ritenuti frutto del reimpiego delle attività criminose e dei proventi delle estorsioni.

Il secondo provvedimento è stato eseguito nei confronti di un cinquantacinquenne di Campobello di Mazara, tratto in arresto nel luglio 2010 per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina, aggravata dall'aver costituito un gruppo criminale operativo in più Stati; l’organizzazione, infatti, era dotata di una fitta rete di collegamenti tra l’Italia ed il Sudamerica (Colombia e Perù), di società import-export di copertura nei principali porti europei e collegata con nomi di primissimo piano della Camorra napoletana. L’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani ha disposto nei suoi confronti la confisca di un’impresa edile e di altre due ditte specializzate nella lavorazione del marmo, di numerosi terreni situati in Campobello di Mazara e Castelvetrano, un magazzino commerciale, tre trattori, un semirimorchio e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 370 mila euro.

Altro provvedimento è stato messo dal Tribunale di Trapani nei confronti di un sessantenne di Castelvetrano, tratto in arresto nel marzo 2010 per associazione a delinquere di stampo mafioso ed intestazione fittizia di beni, quale reggente del mandamento mafioso di Castelvetrano, in quanto parente stretto del noto latitante Matteo Messina Denaro. Allo stesso la Guardia di Finanza ha confiscato disponibilità finanziare costituite da conti correnti, depositi amministrati, investimenti in titoli e polizze assicurative, per un valore complessivo di circa 220 mila euro. 

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