Anniversario di un uomo che manca

Michele Ferraro

Editoriale

Anniversario di un uomo che manca
Epifanio Li Puma moriva 67 anni fa per mano della mafia

18 Gennaio 2016 - 00:00

Il 2 marzo del 1948, in contrada Alburchia, tra Petralia Soprana e Gangi, veniva barbaramente ucciso Epifanio Li Puma, il mezzadro madonita che ha dato inizio alla rivolta dei contadini per la riforma agraria. Li Puma, sindacalista della CGIL era anche un esponente politico del PSI di Petralia Soprana.

Il suo impegno e le sue posizioni decisamente antirivoluzionarie lo portarono ad essere capolega e punto di riferimento di tutti i mezzadri e braccianti madoniti. L’esposizione che ne derivò, il coraggio e la determinazione che contraddistinsero la sua “rivolta pacifica” gli costarono la vita. Venne ucciso per mano della borghesia mafiosa che tra Gangi, Raffo e Petralia Soprana estendeva i suoi poderi.

Oggi il sacrificio di Epifanio Li Puma va ricordato non tanto per appigli ideologici e legittimazioni di parte, ma per il coraggio della protesta, della rivendicazione seria, caparbia e collettiva, ancorché pacifica.

Protesterebbe oggi Epifanio Li Puma difronte al dissento delle nostre strade. Protesterebbe per la chiusura di un punto nascite, per la “razionalizzazione” dei servizi sanitari. Protesterebbe per i tagli ai Comuni, ormai ridotti al solo ruolo di esattori delle tasse. Protesterebbe per le politiche agricole comunitarie che hanno posto ai margini del sistema le nostre aziende, un tempo colonna dell’economia madonita. Protesterebbe per il tasso di disoccupazione che si registra nei comuni dell’entroterra siciliano, dove solo un giovane su 5 riesce a trovare lavoro. Protesterebbe per il tentativo, per altro fallito, di privatizzare l’acqua e su di essa fare speculare aziende private. Protesterebbe oggi Epifanio Li Puma, e non certo da dietro una scrivania. E' triste il suo ricordo ma è ancora più triste constatare che oggi, per le Madonie, un altro Epifanio Li Puma non c’è.

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