Assenteismo sulle Madonie, denunciati due dipendenti di Poste Italiane

Redazione

Cronaca

Assenteismo sulle Madonie, denunciati due dipendenti di Poste Italiane
Dal parrucchiere o al supermercato durante l’orario di lavoro

18 Gennaio 2016 - 00:00

La piaga dell’assenteismo non risparmia il territorio madonita, nel quale si è consumato l’ennesimo caso di truffa aggravata ai danni dello Stato. A finire nel mirino degli inquirenti due dipendenti dell’ufficio postale di piazza Gianbattista Caruso, a Polizzi Generosa, che pur risultando regolarmente presenti a lavoro, erano “quotidianamente” impegnati nel disbrigo di commissioni personali fuori dalla sede.

Dalle indiscrezioni trapelate si appura che i due avevano messo in atto la più classica delle strategie per eludere il controllo elettronico, ossia la timbratura per interposta persona.

Ad uno dei due dipendenti spettava il “faticoso” compito di timbrare entrambi i badge, anticipando l’inizio del turno e posticipando la registrazione in chiusura anche per il collega, che si recava a lavoro in ritardo, concedendosi, durante la mattinata, tranquille trasferte nel centro abitato e fuori paese.  Il tutto causando gravi disservizi all’utenza e ancora più grave arrecando un danno erariale a Poste Italiane, pari alla retribuzione ingiustamente elargita nei periodi di assenza.

L’indagine condotta dalla Stazione dei Carabinieri di Polizzi Generosa è partita in seguito alle numerose segnalazioni dei cittadini, che lamentavano la continua assenza del dipendente dall’ufficio, notata in più occasioni a fare la spesa, dal parrucchiere o nei casi più eclatanti presente ad alcuni avvenimenti cittadini.

A far scoppiare lo scandalo, dopo mesi di silente monitoraggio, il controllo a sorpresa dei militari all’interno dell’ufficio postale, dove manco a dirlo nessuna traccia della responsabile, la cui entrata fantasma era stata regolarmente registrata.

Si presume che le indagini, condotte in sintonia con la Procura della Repubblica del Tribunale di Termini Imerese, siano state supportate dall’istallazione di un sistema di telecamere che inchioderebbe i responsabili del malcostume nella persistente esecuzione della truffa. In attesa degli avvisi di garanzia, i due dovrebbero essere sospesi dalle mansioni professionali e pare siano stati acquisiti documenti e supporti elettronici fondamentali per risalire alla genesi della vicenda. 

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