Be Forest e il loro battito di terra

Rosario Mangano

Vinile

Be Forest e il loro battito di terra
Earthbeat il titolo dell’ultimo disco

18 Gennaio 2016 - 00:00

Vinile n. 4 di Rosario Mangano

Vorrei porre a premessa che questo spazio non ha il pretenzioso intento di indottrinare nessuno, non vorrei risultare quindi inviso ai più: cultori, professionisti, titolati e semplici amatori disinteressati, ancorché non ne ho le competenze tanto meno la spinta educativa per farlo. Non mi appartiene. La reale esistenza di questo è la semplice condivisione di qualcosa, possibilmente nuova, alternativa forse, per certi versi nascosta, messa in ombra da ciò che in genere possiede più stemmi da lustrare e gode del privilegio di avere un potere in quest’ambito che altri non possono né hanno i mezzi per contrastarlo. Per indole ritengo “…che non ci sono poteri buoni” come cantava Fabrizio De Andrè, pertanto con tutta probabilità, con il rispetto per il lavoro di tutti, non ci saranno notizie su artisti sulla cresta dell’onda, tanto meno di coloro che passano sulle radio più volte al giorno; piuttosto si darà spazio, tra gli altri,  a quei poveri cristi con le pezze al culo, che autofinanziano il loro lavoro, partono per tour infiniti nei luoghi più sperduti e nelle location più desolate, ma pur di dar vita a quel che hanno creato svendono loro stessi e il loro lavoro: le puttane della scena indie-alternativa italiana e internazionale, e oltre.

Nonostante si sia svenduto tutto, dall’Alitalia alla Fiat, nonostante le migliori menti lascino il paese per dare il loro prezioso contributo ad altri paesi (l’ormai abusata:  “fuga dei cervelli”), mi ostino, per resistenza e ribellione intrinseca, a rimanere in territorio nazionale. Sono i marchigiani Be Forest che questo mese hanno rapito la mia attenzione, con il loro secondo album Earthbeat uscito a inizio febbraio, appena trascorso. Esordirono con Cold. nel 2011, ecochitarre al delay, voce calda, sussurrata e cupa al contempo. I suoni minimali, grezzi e sfumati della voce presente/assente si arricchiscono della maturità giusta acquisita in questi tre anni, condita dall’entrata nel trio pesarese di un quarto componente, Lorenzo Badioli ai synth. La sua influenza pare contribuisca a creare atmosfere e sfumature più marcatamente new-wave a quelle già sentite nell’album d’esordio.

Earthbeat sembra muoversi in mezzo a ritmiche sciamaniche e tribali, sottolineate dalle due traccie Totem e Totem II, tra le quali si muovono le altre sette tracce con chiare influenze quali: The XX,  Editors, Interpol; ma anche più lontane sintonie come The Cure e Joy Division; a tratti tornano alla mente anche i Mazzy Star. Ritmi e melodie si percepiscono in perfetta coesistenza che in certi punti si tramutano addirittura in maniera solare, quasi esotica; i synth sono al loro posto, completano e corredano alla perfezione ciò che di buono era già stato creato nel precedente lavoro dei Be Forest.

Eahrtbeat si rivela, dunque, un album coeso e ricercato, che ha maturato lo stile precursore del precedente Cold. con un maggiore impiego di atmosfere eteree, sfocate e tenebrose, ma a luci soffuse; la voce quasi accennata, ipnotica e sensuale sembra riprendere, con uno stesso piglio, quella di Nico e Daughter insieme, nulla di più adorabile.

Non resta che dedicare un po’ di tempo all’ascolto con i Be Forest, giovanissimi e italianissimi.

È possibile ascoltare l’intero album in streaming sul bandcamp dell’etichetta che produce la band marchigiana: We Were Never Being Boring (WWNBB)

Mentre il video del singolo estratto da Earthbeat è disponibile su youtube

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