Bernard, Ahed e Aaronn: storie innocenti davanti ad un uomo che non vuole imparare

Gabriele Scavuzzo

Editoriale

Bernard, Ahed e Aaronn: storie innocenti davanti ad un uomo che non vuole imparare
E chi fa? Rubrica domenicale di Gabriele Scavuzzo

18 Gennaio 2016 - 00:00

“Ciao, il mio nome è Bernard. Ho 7 anni, vivo a Marken, a pochi km da Amsterdam, mi piace il calcio, tifo per il Feyenoord e ho una passione smisurata per la musica. Mi piace giocare a scuola con gli amici, partecipare alle feste di compleanno con la mia famiglia, amo mio padre e mia madre e i miei 3 fratelli. Venerdì mattina siamo partiti dall’aeroporto di Amsterdam per raggiungere Kuala Lumpur, capitale della Malesia: andiamo a mare, sull’arcipelago di Redang, dove, si dice, ci siano degli splendidi pesci e un mare di colore blu trasparente. Sono sicuro che ci divertiremo un mondo con i miei fratelli e con mamma e papà”.

“Ciao, sono Ahed, appartengo alla famiglia Bakr residente in Palestina, a fianco della striscia di Gaza. Ho 10 anni e amo il calcio. Stamattina andremo con mio cugino Zakaria, Mohamed I e Mohamed II, a fare una splendida partita in spiaggia. Papà e mamma ci hanno avvertiti di stare attenti perché ci sono delle luci che ogni tanto fanno male alle persone, ma noi non possiamo rinunciare ad una splendida partita con il pallone nuovo regalato dallo zio Ismaael solo ieri sera. Noi non ci rinunciamo, faremo una gran bella partita”.

“Ciao, sono Aaronn, ho 6 anni, vivo a Tel Aviv, mi piace la cioccolata e leggere libri di favole. Stiamo attraversando la città col bus giallo della scuola, oggi la maestra mi chiamerà alla lavagna per leggere un piccolo racconto, spero di leggere bene e di ricordarmi il significato preciso delle lettere dell’alfabeto”.

Bernard non né sa nulla del conflitto Ucraino-Russo, dell’indipendentismo della Crimea, del possesso dei viadotti di gas all’interno di quel territorio. Bernard è felice di andare a mare con i suoi.

Ahed ha studiato a scuola che, su quella stessa terra dov’è nato lui, 2.000 anni prima Qualcuno aveva detto “ama il prossimo tuo come te stesso”. Ha studiato anche che la storia del popolo Palestinese è una storia gloriosa e piena di dignità, che la Palestina è una Nazione alla stregua di tutte le altre nazioni presenti in tutto il mondo.

Aaronn è felice perché, tra i suoi racconti fantastici, ha letto la storia della Shoah, della persecuzione del popolo ebraico. E’ felice perché sa che quel racconto è solo una storia inventata da qualcuno con tanta fantasia.

Storie di speranze, di terre di confine e di bambini, sempre incolpevoli ed innocenti davanti ai loro padri che non vogliono imparare la lezione della Storia. Quegli stessi padri ubriachi della loro nefandezza e spregiudicatezza davanti a Dio, davanti alla lezione del Corso degli eventi, davanti a quelle pagine tristi, che ogni tanto sembrano scomparire per poi ritornare prepotentemente e mangiarsi tutto quello che incontrano, compreso i bambini e le loro innocenti storie.

Ci vediamo ogni Domenica nella rubrica di Madoniepress “E chi fa???”. Per precisazioni, commenti, spunti e altro, scrivere a gabrielescavuzzo@libero.it.

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