Alla fine l’uscita dalla maggioranza dei consiglieri Giuseppe Pitingaro, Mauro Piscitello e Rosario Castiglia è stata determinante per la mancata approvazione del conto consuntivo 2013 del Comune di Castelbuono.
Nella seduta del consiglio comunale tenutasi ieri (lunedì 21 luglio) il documento di bilancio è stato respinto con 8 voti contrari e 6 favorevoli. Ago della bilancia proprio i tre voti negativi espressi dai consiglieri ufficialmente passati al “gruppo misto” nella seduta consiliare dello scorso 8 luglio.
In una nota diffusa alla stampa dal sindaco Tumminello traspare la delusione “Nel rendiconto di gestione dell’anno 2013 emerge prioritariamente la difficile situazione finanziaria che il nostro Comune si è trovato ad affrontare a causa delle continue riduzioni dei trasferimenti statali e regionali, pertanto si è dovuto intervenire sul consolidamento dei conti pubblici e, malgrado l’inasprimento delle norme, siamo riusciti anche nell’anno 2013 a raggiungere l’obiettivo del rispetto del Patto di Stabilità – dichiara il primo cittadino che continua – La difficile situazione economica in cui si sono trovate le casse comunali, ha indotto l’Amministrazione ad una razionalizzazione della spesa pubblica, eliminando i costi inutili, azzerando i costi per consulenze o collaborazioni, riducendo i costi della politica, diminuendo le indennità dei responsabili di posizione organizzativa, riducendo gli stanziamenti della spesa per il personale, probabilmente, con notevole disagio per i servizi comunali. Abbiamo comunque salvaguardato, solo per citare alcuni ambiti, il welfare, la scuola, i servizi ambientali e territoriali di mobilità, le attività culturali e turistiche volano della nostra economia. La politica di bilancio si è orientata, inoltre, al reperimento di nuove risorse necessarie al raggiungimento del pareggio di bilancio. Lo schema di rendiconto dell’esercizio finanziario 2013 – conclude Tumminello – è stato esaminato dall’Organo di Revisione del Comune, che con verbale n. 7 del 24.06.2014 all’unanimità ha espresso parere favorevole. Non si capiscono quindi le ragioni di tale gesto, il perché di decisioni che, purtroppo, non vanno nella direzione del bene della comunità”.