Castelbuono, il sindaco Tumminello rinviato a giudizio per peculato

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Castelbuono, il sindaco Tumminello rinviato a giudizio per peculato
Il primo cittadino si difende, l'opposizione va al contrattacco

18 Gennaio 2016 - 00:00

Il sindaco di Castelbuono, Antonio Tumminello, risulta fra i destinatari di un provvedimento di rinvio a giudizio firmato dal giudice Maria Teresa Arena nell’ambito di una inchiesta della Procura della Repubblica di Messina che ha messo sotto i riflettori l’Agenzia di Sviluppo Jonico Peloritani ed una serie di consorzi istituiti nell’interland Jonico.

Gli indagati, fra i quali figurano oltre al sindaco di Castelbuono anche il sindaco di Pagliara Santi Di Bella ed altre 6 persone, si sarebbero appropriati di somme erogate dalla Regione Siciliana ai consorzi di sviluppo economico, sviluppo turistico, banda larga e olii utilizzandole per fini personali.

L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Liliana Todaro, partì in seguito ad un esposto presentato il 20 luglio 2011 alla Procura peloritana dall’allora capogruppo consiliare di minoranza al Comune di Pagliara, Domenico Prestipino, attuale sindaco della cittadina

Due i filoni di indagine attivati dalla procura, una riguarda le appropriazioni indebite che si sarebbero registrare all’interno dell’agenzia di sviluppo jonico – peloritani, l’altro filone riguarda invece la gestione dei 3 consorzi (il Consorzio Sviluppo Economico Valli Joniche, il Consorzio sviluppo tecnologia internet su banda larga e il Consorzio per la gestione associata della tutela e della valorizzazione degli olii extravergini).

Ed è in quest’ultimo filone che risulta indagato il sindaco di Castelbuono Antonio Tumminello per il reato di peculato.  

Secondo la Procura, nel maggio 2011, l’ex sindaco del comune di Pagliara, Santi Di Bella e Antonio Tumminello, allora segretario dei 3 consorzi, si sarebbero appropriati, per quanto riguarda il consorzio sviluppo economico valli joniche, di 4mila 200 euro senza alcuna giustificazione. Ed ancora, tra marzo e maggio 2011, Tumminello avrebbe intascato altri 6mila 288 euro a titolo di compenso come segretario del Consorzio, per assolvere al compito di gestire e rendicontare un contributo da 171mila euro che in realtà non venne mai giustificato alla Regione, ponendo in essere, secondo gli inquirenti, un ingiusto profitto. Sempre per il medesimo capo di imputazione a Tumminello vengono contestati altri 3mila 144 per incarichi di gestione di contributi regionali mai rendicontati.

Il reato di peculato viene contestato al sindaco di Castelbuono anche in relazione all’attività svolta in seno agli altri 2 consorzio: quello per lo sviluppo della tecnologia internet su banda larga e quello per la gestione associata della tutela e della valorizzazione degli olii extravergini. Il sindaco di Castelbuono si sarebbe appropriato di 3mila 144 (nell’ambito del consorzio banda larga) e di 5mila 700 euro (in concorso con Di Bella) per attività svolte e già liquidate in precedenza.

 

 

LA DIFESA DI TUMMINELLO:

Ieri il primo cittadino castelbuonese ha inviato una nota alla stampa nella quale si difende dalle accuse mosse:

“Sento l’esigenza di comunicare ai Castelbuonesi che sono stato rinviato a giudizio per fatti che riguardano la mia sfera personale – professionale e non anche le mie funzioni di Sindaco” Scrive il sindaco che poi spiega: “Dal mese di maggio del 2010 fino alla fine del 2011 ho svolto le funzioni di Segretario in alcuni Consorzi tra Comuni. A distanza di anni ho avuto notizia che l’attività svolta da questi Consorzi negli anni precedenti il mio insediamento era ed è oggetto di accertamento da parte dell’Autorità giudiziaria penale. Nell’ambito di una complessa vicenda dalla quale anche i Pubblici Ministeri mi ritengono estraneo (sarebbe accaduta anni prima del mio lavoro), vengo tuttavia accusato di aver compiuto (tra le centinaia che ho adottato), otto atti contrari alla legge. In particolare vengo accusato di aver liquidato compensi ad alcuni lavoratori, nella qualità di dipendenti comunali, che negli anni precedenti il mio insediamento avevano prestato la loro attività in favore dei Consorzi, ed essere stato io stesso retribuito per il mio lavoro prestato. Ho riguardato i documenti relativi al mio lavoro ed ho accertato, con la consulenza di un legale, che anche gli otto atti prodotti, oggetto di contestazione da parte del Pubblico Ministero sono conformi alla legge e che quanto mi viene contestato potrà esser chiarito con la produzione dei documenti che ora sono in mio possesso. Sono certo, riponendo la mia piena fiducia nella Magistratura, che il tutto potrà essere chiarito in fase dibattimentale. Ho sentito l’esigenza di rappresentare questa mia vicenda ai miei compaesani anche perché da quando sono stato eletto Sindaco di Castelbuono non riesco a porre nessuno scherma tra la mia persona ed i Castelbuonesi, a prescindere dalle valutazioni strumentali che qualcuno potrebbe fare. Ciò anche quale prima applicazione del principio della trasparenza della Pubblica Amministrazione da me portato avanti in questi anni.”

 

LA REPLICA DELL’OPPOSIZIONE:

“Il Sindaco Tumminello, con una apparente spinta tesa alla trasparenza, ha comunicato di essere stato rinviato a giudizio per fatti accaduti nell’ambito personale-professionale. Per la verità, dalla lettura del comunicato abbiamo tratto la sensazione che fossimo di fronte ad un errore giudiziario, ad uno scambio di persone, ad un fatto di “normale” irregolarità amministrativa. Per avere un po’ di luce, abbiamo dovuto attendere la pubblicazione degli articoli che riproduciamo qui sotto, tratti dall’ultimo numero di Supra U Ponti. Ci riferiscono che l’ipotesi di reato è il peculato, cioè è quel reato commesso da un pubblico ufficiale, o dall’incaricato di un pubblico servizio, che si appropria di denaro o di altro bene mobile altrui, affidatogli in ragione delle sue funzioni. Naturalmente, noi siamo fiduciosi che il Sindaco chiarirà tutto durante il processo, ma intanto il fatto è questo, e proprio secondo l’auspicata trasparenza pensiamo che i cittadini debbano essere più correttamente informati.” La nota è firmata da Gruppo Misto, L'Ulivo per Castelbuono con Unione Civica di Centro, Nuovo Centrodestra

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