Cefalù, storia infinita “fra luci e ombre” del Palazzetto dello Sport

Raffaele Taibi

Sport

Cefalù, storia infinita “fra luci e ombre” del Palazzetto dello Sport
Per riparare i nuovi danni occorrono 30 mila euro che si sommano ai 30 mila dello scorso anno

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si è messa immediatamente in moto la macchina tecnico-organizzativa della Provincia di Palermo, proprietaria del Palatricoli di Cefalù, che ha fatto scattare gli interventi di primissima emergenza a seguito dei danni inferti dal vento al tetto della struttura lo scorso 30 Gennaio. Tali interventi sono anzitutto finalizzati a mettere in sicurezza la copertura ed a evitare che il danno si aggravi a carico del parquet, impedendo l’infiltrazione della pioggia.

Ad essi, che dureranno una decina di giorni, faranno seguito i veri e propri lavori di ripristino delle coperture in listoni di lamiere in rame lunghi 20 metri ed accartocciati su se stessi, per ulteriori 10 giorni di lavoro: tempi tutto sommato accettabili, se si tiene conto dell’entità dei danni inferti dagli agenti atmosferici. Nel frattempo la struttura viene costantemente presidiata e monitorata da tecnici e personale della Provincia, cui si dà atto della loro grande professionalità e abnegazione. Ciò che fa meno piacere è sapere che questi danni costeranno alla collettività la non modica cifra di circa 30.000 euro, che si aggiungono a una somma analoga che fu necessaria per far fronte ai danni subiti dalla struttura appena 12 mesi fa in occasione di un evento quasi identico.

Perché il PalaTricoli è così “fragile”? Tare progettuali? Difetti di realizzazione? Mancanza di Controlli sulla corretta esecuzione dei lavori? A noi sembra che queste scomode domande si perdano – come tante altre, quando si parla di denaro pubblico – in un “porto delle nebbie” tipicamente italiano, dal quale non esce mai (o raramente) alcuna risposta.

Noi sappiamo solo che il costo di 8.2 mln di euro fu preceduto da una spesa iniziale (scavi, fondamenta….) di 0.9 mln. (“La Repubblica”, 13/12/2002), che la Provincia dovette avviare ben 3 contenziosi con le Imprese appaltatrici, il primo che portò alla rescissione del contratto con l’originaria Impresa, e i due successivi con quella successivamente affidataria, chiusi il primo con la liquidazione di 300mila euro e il secondo, che fece ritardare i lavori per oltre due anni, richiese una spesa ulteriore di 70mila euro per il rifacimento delle grondaie e 105mila per una variante agli scarichi fognari (Verbale seduta Consiglio Provinciale del 16/12/2009).

In tutto questo, l’inaugurazione che il citato articolo de “La Repubblica” dava per certa nel 2005, che nel 2008 il Presidente della Provincia assicurava si sarebbe tenuta “entro pochi mesi”, è avvenuta, lo ricordiamo, il 20/2/2011. Nonostante ciò, i 60mila euro che in 12 mesi si dovranno spendere per i danni al tetto saranno a carico dell’Ente.

Curioso notare che le bandiere acquistate per l’inaugurazione (chissà dove saranno adesso!) costarono, da sole, 4.500 euro.

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