Cefalù, tagli all'ospedale Giglio: 60 posti letto in meno e (forse) 150 licenziamenti

Redazione

Cronaca

Cefalù, tagli all'ospedale Giglio: 60 posti letto in meno e (forse) 150 licenziamenti
Erano stati annunciati, ieri li ha comunicati l'assessore regionale alla Salute Gucciardi

18 Gennaio 2016 - 00:00

Via a 60 posti letto, chiusi i reparti di neurologia, oncologia, urologia, Utic e cardiologia e licenziamenti per 150 dipendenti. Il temuto ridimensionamento dell’ospedale Giglio di Cefalù ci sarà. Lo ha fatto sapere l’assessore regionale alla salute Baldo Gucciardi che ieri ha incontrato prima i direttori generali delle strutture siciliane e poi i sindacati. Stamattina il direttore Vittorio Virgilio incontrerà la stampa per esprimere il punto di vista della struttura ospedaliera ormai apprezzata anche a livello nazionale.

Per i sindacati, Lorenzo Geraci, segretario generale della Cisl Fp Palermo Trapani in testa, “siamo di fronte a un provvedimento di gravità inaudita che creerà serissimi danni all’utenza di mezza Sicilia. Il San Raffaele infatti è punto di riferimento non solo per la provincia di Palermo ma anche per quelle di Caltanissetta, Enna, Messina e Agrigento. La scure si abbatte oggi su 150 dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro e su migliaia di siciliani a cui verrà negato il diritto a una sanità d’eccellenza”. E si preparano le mobilitazioni.

Alice Anselmo, presidente del gruppo Pd all’Ars, invita però “a evitare allarmismi dal momento che nessuna decisione definitiva è stata presa fino a questo momento. L’ospedale Giglio di Cefalù ha rappresentato e rappresenta un importante punto di riferimento, non solo per il suo territorio. Alla luce delle voci su un possibile ridimensionamento della struttura, ed alla luce delle preoccupazioni di cittadini e amministratori, ho avviato una interlocuzione con l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi ed ho avuto rassicurazioni su un dialogo già in corso con il Ministero con l’obiettivo di poter continuare a mantenere un alto livello di offerta delle prestazioni sanitarie da parte della struttura”.

“La scelta della Regione di ridimensionare l’ospedale di Cefalù non è fondata su criteri oggettivi di qualità”. Lo afferma la senatrice Simona Vicari. “Non si può “chiudere” – aggiunge – un centro di alta specialità salvaguardandone altri che hanno sia numeri che bacino di utenza di molto inferiori al Giglio. L’ospedale di Cefalù ha tutti i requisiti per rimanere nella rete regionale ospedaliera come centro di primo livello. Serve un bacino di utenti stimato in 596.971 cittadini, registra oltre 23 mila accessi di pronto soccorso ed ha registrato, nell’ultimo anno, l’indice medio di complessità, in ogni disciplina, più alto della media regionale. Inoltre, i tassi di occupazione dei posti letto, per ciascuna unità, sono superiori al 90 percento, segno che l’ospedale manifesta una forte attrazione. Ho chiesto – prosegue la senatrice –  al Ministero della Salute una verifica dei criteri oggettivi di qualità applicati dall’Assessorato Regionale alla Salute nel redigere la rete ospedaliera. Questi sono l’unica garanzia di sicurezza per la salute dei cittadini. Il Ministero – conclude Vicari – assegna ad ogni Regione gli obiettivi spetta poi alla Sicilia decidere se realizzarli con tagli ai “nemici” o posti letto agli amici”.

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