Distretti Turistici: abbiamo scherzato! Il dietro front della Regione

Michele Ferraro

Politica

Distretti Turistici: abbiamo scherzato! Il dietro front della Regione
L'assessorato ha già archiviato l'idea dei distretti. Si va verso le DMO

18 Gennaio 2016 - 00:00

Non c’è proprio pace per i Distretti Turistici in generale, men che meno per quello madonita, da mesi al centro di un dibattito politico che ha svelato tensioni e scambi di accuse mai conosciuti prima fra sindaci e rappresentanti delle istituzioni locali.

Nell’editoriale pubblicato due giorni fa raccontavamo delle difficoltà incontrate dai Distretti sia nella fase embrionale che in quella attuativa. Tanto che, per fare un esempio, 3 dei 6 progetti finanziati al Distretto Turistico Cefalù – Madonie Himera, non sono ancora stati banditi e rischiano di non venire mai alla luce.

Ma, ben al di là delle beghe territoriali che hanno funestato l’ultimo nato fra gli enti sovracomunali, la parole fine all’esperienza “distrettuale” la pone proprio l’Assessore Regionale al Turismo Cleo Li Calzi.

Non è nostro uso ma, per una volta, vogliamo concederci il lusso di scrivere tre paroline magiche “lo avevamo detto”. Infatti, avendo presenziato lo scorso mese di dicembre ad un incontro (su tutt’altro argomento) tenuto dall’assessore regionale ai Beni Culturali Antonio Purpura, avevamo colto una ironica battuta sui distretti turistici che, già allora, ci aveva fatto sentire puzza di bruciato. A tre mesi esatti di distanza il naufragio dei Distretti Turistici è ufficiale.

L’assessore Li Calzi ha convocato un incontro con tutti i presidenti degli attuali Distretti per metterli sostanzialmente in liquidazione e passare ad una nuova gestione: le DMO (Destination Management Organization): una rete di organizzazioni territoriali che manderanno in cantina l’attuale composizione dei Distretti.

La Regione quindi fa dietro front e, a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Expò di Milano, cancella quella che era stata annunciata come la più importante operazione di riorganizzazione dell’offerta turistico-territoriale mai avvenuta in Sicilia. E lo fa senza neanche tributare l’onore delle armi ai Distretti Turistici che, nella brochure ufficiale dell’Assessorato al Turismo, vengono apostrofati come autori di “un’offerta turistica basata su elementi esclusivamente territoriali, con scarsa capacità di competere sul mercato. Debole capacità di fare sistema”.

Ciò che ancora una volta traspare è l’assoluta improvvisazione alla quale ormai il governo Crocetta ci ha abituato. Così, com’è già stato per la formazione, il precariato, le province, la sanità, le partecipate etc., anche per il turismo le rivoluzioni di ieri non sono altro che i fallimenti di domani.

Che ne sarà dei Distretti Turistici e dei progetti che hanno in mano?

Quale programmazione, quale etica c’è nel liquidare 27 distretti turistici appena nati e con “in pancia” 24 milioni di denaro pubblico da impiegare in progetti ideati e costruiti per porre le basi di un sistema già abbandonato.

Certo, ormai i soldi ci sono e vanno spesi (se ci riusciamo), ma una domanda rimane: tutto questo ha un senso?

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