Per anni, a capo della Caritas di Trapani, ci sarebbe stato un prete, ma anche un inguaribile “don Giovanni”. Inguaribile nel vero senso della parola, stando a quanto emerge dalla perizia depositata dall’avvocato Donatello Buscaino presso l’ufficio del Giudice per l’Udienza Preliminare Antonio Cavasino.

 Il “vizietto” che ha messo nei guai il potente prete madonita sarebbe infatti ascrivibile ad una malattia effettivamente nota in psicologia: la sindrome di don Giovanni.

A questo punto occorre fare un breve passo indietro: dopo la tempesta giudiziaria che si è abbattuta sulla Caritas di Trapani, al centro di uno scandalo che riguarda la gestione dei centri di accoglienza per migranti, il prete madonita Sergio Librizzi, accusato di concussione e violenza sessuale a danno dei migranti, sceglieva di essere processato con il rito abbreviato.

Lo scorso 24 aprile, nel corso di una delle udienze del procedimento è stato sentito lo psichiatra Gaetano Vivona che, dopo aver eseguito una perizia psichiatrica commissionata dalla difesa di Don Librizzi, definiva il prete madonita “parzialmente incapace di intendere e di volere”. Le sue smanie sessuali sarebbero infatti causate dalla “sindrome di Don Giovanni” un disturbo della mente che causa una irrefrenabile tendenza alla seduzione. Insomma il prete, secondo la perizia presentata dalla difesa, sarebbe un “seduttore seriale” incapace di frenare le sue voglie.

La procura ha acquisito gli atti ed ora dovrà stabilire se ritenere attendibile e sufficiente la perizia sottoscritta dal dott. Vivona oppure se si reputa necessario procedere ad una nuova perizia psichiatrica, incaricando d’ufficio un nuovo perito.

Sembra che quest’ultima sia la strada più probabile, dato l’esito singolare e molto dibattuto dell’esame cui è stato sottoposto Don Sergio Librizzi.