Alla fine è successo tutto secondo copione. Si è atteso per anni che ci scappasse il morto e dopo, solo dopo, l’assemblea regionale siciliana si è decisa per approvare quegli emendamenti che l’Ente Parco delle Madonie chiedeva da anni. Una piccola modifica alla legge 12 del 2008 che adesso non solo specifica chi e come potrà eseguire i piani di abbattimenti già contemplati nel vecchio testo, ma consente anche la commercializzazione dei capi abbattuti.
L’emendamento proposto dall’assessore Maurizio Croce è stato approvato trasversalmente da Sala d’Ercole.
Si stima che ogni battuta di caccia selettiva possa avere un costo di circa 100 mila euro. Somme a carico dell’Ente di gestione, quindi dell’Ente Parco, che potrà recuperarle attraverso un meccanismo di commercializzazione dei capi abbattuti.
Una soluzione elementare che dagli uffici dell’Ente Parco delle Madonie si chiedeva da anni, mettendo ripetutamente nero su bianco quanto pericolosa stesse diventando la situazione nel comprensorio madonita.
Ora che c’è scappato il morto in quattro e quattr’otto si è fatto ciò che per motivi che possiamo solo far finta di non conoscere non si è voluto fare in 7 anni. E’ stato anche approvato lo stato di calamità che consentirà l’introduzione di alcuni interventi in deroga, fra i quali appunto l’introduzione delle armi da fuoco nell’area protetta, per venire a capo dell’annoso problema.
Nonostante il dolore e la rabbia per quanto accaduto il Presidente dell’Ente Parco delle Madonie Angelo Pizzuto accoglie positivamente l’approvazione del nuovo testo di legge “Un sentito ringraziameno al governo regionale ed all'assessore Maurizio Croce per l'impegno profuso in questi giorni. La modifica normativa consentirà di aggirare alcuni ostacoli determinati dall'impugnativa della legge 12/2008 rendendo più agevole la redazione dei piani di abbattimento dei suidi che, unitamente ai piani di cattura, possono consentire di mettere un freno alla proliferazione di questi ibridi ungulati che da anni mettono in pericolo le proprietà, le colture e ora anche l'incolumità dei residenti delle Madonie. Lo stato di calamità invece autorizzerà il governo a chiedere alla Protezione civile ed alle autorità preposte misure straordinarie in deroga per debellare definitivamente questo fenomeno che negli anni ha assunto proporzioni fuori controllo».
Nei prossimi giorni quindi l’Ente Parco delle Madonie adotterà i primi piani di abbattimento, individuando di volta in volta quanti capi abbattere, in quale area del Parco e con quale personale. Al momento in ogni caso è esclusa la partecipazione di cacciatori. Potranno prendere parte alle battute di caccia selettiva soltanto guardie forestali e guardie venatorie. In teoria potrebbero partecipare anche le guardie parco ma nelle Madonie non ce ne sono.