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Era del boss Abbate, sequestrato il chiosco delle bevande alla Kalsa

Si è svolta a partire dalle prime luci dell’alba in questa piazza Kalsa un’operazione congiunta che ha visto impegnato personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Municipale, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Provinciale e di alcune società partecipate del Comune quali Amia, Amap e personale dell’Enel, che ha portato alla rimozione del chiosco, un tempo adibito a bar, riconducibile alla famiglia di Luigi Abbate boss mafioso del Borgo Vecchio.

L’impresa individuale denominata “Al chioschetto della Kalsa” ed adibito alla vendita di bevande era stato oggetto di sequestro patrimoniale, su una proposta del Questore di Palermo, nel 2011 quando, il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, dispose il sequestro di attività imprenditoriali e di altri beni riconducibili al noto mafioso e già sorvegliato speciale Luigi Abbate. Abbate conosciuto con il soprannome di “Gino u mitra”, coniato per la particolare abilità posseduta nel maneggio delle armi, fa parte di una numerosa famiglia di noti pluripregiudicati.

L’appartenenza di Luigi Abbate all’organizzazione criminale “Cosa Nostra” risale ad epoche lontane ed è stata accertata da diverse sentenze divenute irrevocabili. Abbate nel corso del suo iter criminale è stato più volte sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata ed alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Recentemente era stato raggiunto da un ordine di esecuzione per la carcerazione in relazione ad una condanna definitiva per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, ultimata in data 31 maggio 2010. Da questa data aveva iniziato ad espiare la nuova misura di prevenzione della sorveglianza speciale della P.S., applicatagli dal Tribunale di Palermo in data 6 dicembre 2012, per la durata di tre anni e sei mesi. Luigi Abbate è un personaggio dall’indole violenta e vendicativa che annovera un passato criminale di notevole rilievo. A suo carico figurano infatti, reati di grave allarme sociale tra i quali: reati contro il patrimonio, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, in particolare in data 2 aprile 1985, si è macchiato del grave reato di omicidio volontario e soppressione di cadavere in danno dei fratelli Francesco e Giuseppe Fragale e del nipote di questi  ultimi Filippo Montagnino di anni 14.

I tre sono stati soppressi con il metodo mafioso della “lupara bianca” perché individuati quali responsabili di rapine ed altri reati in danno di persone appartenenti alla cosca mafiosa di “Corso dei Mille”.

L’attività di questa mattina volta alla rimozione della struttura e di una sua pertinenza totalmente abusiva, adibita a ristorazione, nasce dalla verifica fatta nel corso del tempo delle reiterate violazioni al provvedimento di sequestro che avevano portato, già nel 2011 all’apposizione dei sigilli per evitare che all’interno del chiosco si continuasse ad esercitare l’attività. Viste le continue segnalazioni di non rispetto delle disposizioni date dal Tribunale, il Questore di Palermo, nell’ambito del controllo Integrato del territorio, ha coinvolto tutte le forze dell’ordine ed alcune società partecipate del Comune nella organizzazione dell’attività di rimozione della struttura che è avvenuta questa mattina. Il chioschetto è stato trasportato all’interno di un deposito dove verrà custodito, mentre la struttura abusiva ricavata accanto è stata rimossa come rifiuto solido urbano poiché nessuno ne ha rivendicato la proprietà. 

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