Fondi Comunitari, la palla passa ai Comuni. Ultimo treno per le Madonie

Michele Ferraro

Politica

Fondi Comunitari, la palla passa ai Comuni. Ultimo treno per le Madonie
Nascono gli “ITI” per scavalcare Stato e Regione

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si chiamano Investimenti territoriali integrati, ITI appunto, e rappresentano l’ultima ancora di salvezza per tutti quei territori che in decenni di sovvenzioni europee sono rimaste ai margini se non del tutto fuori dalle politiche di programmazione e sviluppo finanziate dalla comunità europea.

La Sicilia in questo ha accumulato negli anni un triste record di ritardi ed incapacità di spesa, restituendo al mittente di Bruxelles milioni e milioni di euro mai spesi.

Il regolamento comunitario che ha dettato le linee della così detta “strategia europea 2020”, accortosi delle disfunzioni e dei ritardi accumulati da Stati e Regioni, ha introdotto in vista della nuova programmazione per i fondi europei dei prossimi sei anni (2014-2020) la possibilità che anche i Comuni possano partecipare direttamente, in forma consortile, alla gestione dei fondi comunitari.

Una possibilità nata dal trattato di Lisbona in applicazione del nuovo regolamento che prevede l’introduzione di nuovi strumenti per favorire la coesione territoriale.

Fallite, in Italia e – più che altrove in Sicilia –  le celeberrime misure: “obiettivo 1″ e “obiettivo convergenza”, la Comunità Europea ha deciso di cambiare passo, puntando su un maggiore decentramento, nella speranza che organismi più semplici e più vicini alle istanze territoriali riescano a gestire i fondi europei in maniera più agile e più coerente con le necessità e le aspettative locali.

Anche in Sicilia  i comuni si preparano quindi a “scavalcare” la Regione e presentare propri progetti per l’impiego di Fondi comunitari. Occorre chiarire subito che per le ITI non sono stati predisposti fondi aggiuntivi, per cui i fondi richiesti ed impiegati dagli Iti non potranno essere richieste e gestiti dalle Regioni, ed andranno ad attingere dal fondo generale.

L’Anci Sicilia è già a lavoro per mettere su una cabina di regia mentre altri comuni si stanno già organizzando in consorzi. Una opportunità senza precedenti anche per i comuni delle Madonie chiamati a dimostrare, adesso più che mai, la loro capacità di progettazione e di gestione dei fondi, forse gli ultimi, di “mamma Europa”.

Non si tratta di una misura avveniristica, ma di uno strumento già approvato e regolamentato che potrebbe decollare già prima dell’Estate per acquisire, in gestione diretta, quei fondi (della programmazione 2014/2020)che la Sicilia non è ancora riuscita a programmare  e che dovrebbero  iniziare a produrre progetti sul territorio già dall’inizio del prossimo anno. Si annuncia quindi una vera  e propria corsa fra i comuni e le realtà territoriali che riusciranno a farsi trovare pronti dimostrando uno sprint degli uffici si a nei tempi che nella qualità della progettazione. La gara in realtà è già cominciata, rimane da chiedersi se i comuni madoniti se ne sono accorti.  

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