Gangi: festa per il diritto alla “famiglia”.

Rosario Mangano

Eventi

Gangi: festa per il diritto alla “famiglia”.
Domani il convegno sui diritti alla famiglia: "Generare la vita vince la crisi".

18 Gennaio 2016 - 00:00

Domani, domenica 11 maggio ore 17:00, il Comune di Gangi con la collaborazione del Progetto Famiglia Onlus promuove un convegno, in occasione della IV settimana nazionale per il diritto alla famiglia, dal titolo “Generare la vita vince la crisi”.

Il programma della giornata prevede gli interventi di: Antonio Bellingreri, professore di pedagogia all’università di Palermo e Paola Mancini, segretaria generale del movimento per la vita. Seguirà un omaggio dei bambini della scuola d’infanzia Gesù Bambino a tutte le mamme, mentre a piazzetta Zoppo di Gangi, dalle 17 alle 18 dello stesso pomeriggio, l’Associazione Ponti e Arcobaleni si occuperà di intrattenere i più piccini, con uno spettacolo di teatro dei burattini. A moderare i lavori l’assessore alla cultura del Comune di Gangi, Rosaria Vena.

Verrebbe da dire: diritto alla famiglia per tutti, o quasi! Ed in effetti, ancora risuona nell’aula consiliare di Palazzo Bongiorno, l’eco di certe dichiarazioni rilasciate giusto un paio di settimane fa, nel corso dell’ultimo consiglio comunale, dettate da una spiccata tensione all’ambiguità caratterizzate dall'assenza di coraggio nel prendere una posizione che rendesse quanto meno pubblica quale fosse la reale sensibilità di chi ci amministra sul tema del riconoscimento dei diritti fondamentali di libertà e dignità della persona, ivi compreso il diritto alla famiglia per tutti.

Fondamentalmente, dunque: “ci asteniamo, perché la Famiglia è il pilastro della nostra società e per noi di Famiglia ce n’è una, quella tradizionale”, tuona il capogruppo di maggioranza, a nome di tutto il banco “alla destra del padre”. Mettiamo le mani avanti e non fraintendiamo, togliendo ogni probabile equivoco di apertura mentale. Inoltre, badate bene, “non è questa la sede adatta per discutere di una questione così delicata e complessa” che peraltro si aggiunge “ è più logico attendere una legge nazionale”. Per carità non sia mai che ci si prenda la briga di scegliere al di fuori dagli schemi nazionali in piena autonomia, tanto meno che si provi a dare anche solo un segnale ai piani alti.

Dall’altra sponda, l’opposizione che a nome del capogruppo di minoranza, ha presentato personalmente la proposta dell’Istituzione del Registro per le Unioni Civili. Questi trova il solitario appoggio di un “combattuto” consigliere preso dai rimorsi di coscienza di un’eventuale non-scelta; segue poi una quanto mai confusa e impacciata dichiarazione alleata, secondo la quale ci si astiene perché “vogliamo tutelare i nostri bambini e la loro educazione”. Ma tutelarsi da chi? E da quale minaccia poi? Infine, una netta presa di posizione contro la proposta (almeno quella è stata una scelta, grazie).

Rimane il rammarico e lo sgomento per un’occasione persa, la delusione di chi si aspettava un’amministrazione (maggioranza ed un’opposizione) progredita sotto certi aspetti, delusione che fa il paio con la rabbia nei confronti di chi si tira indietro e si nasconde dietro la scusa di una legge nazionale che manca, o dall’insinuazione di una minaccia per l’educazione dei nostri figli. Ma proprio perché manca, magari il segnale necessita farlo partire dal basso, dalle piccole amministrazioni, più sensibili e vicine alle problematiche legate ai diritti civili fondamentali di dignità e libertà che interessano la propria gente, o almeno così dovrebbe essere.

È andata diversamente, ma festeggeremo la IV settimana nazionale per il diritto alla famiglia con un gran convegno. I nostri bambini e la loro educazione sono salvi, la nostra Famiglia è preservata nella sua tradizionale composizione, va tutto bene. A chi è diverso, perché così siete stati etichettati da chi vi amministra, andate nella vicina Petralia, lì il vostro diritto di creare una famiglia, la vostra intima famiglia potrebbe essere riconosciuta.

Di certo generare la vita potrebbe anche vincere la crisi, ma sicuramente c’è un sub-strato nascosto che in una piccola comunità è destinato a rimanere tale, perché esiste e ci circonda quotidianamente che lo si voglia accettare meno.  E’ un substrato che purtroppo non è in grado di riconoscere ed appoggiare le battaglie di civiltà, le istanze del progresso; istanze che, lo ripetiamo, a nostro parere non sono mere bandiere da sventolare con la testa ficcata nelle sabbie mobili dell’astensione ma sono necessarie esigenze della comunità, non fosse altro perché la “complessa questione delicata” potrebbe riguardare i nostri figli, nipoti, e così via. Magari farli scappare non sembra la soluzione ideale.

Tuttavia, al di là della scelta a favore o contro di un qualsivoglia provvedimento, resta l’avvilimento per il coraggio mancato nel prendere posizione, nel dire un sì o un no trasparente, libero. Si abbia il coraggio di mostrarsi nel prendere una decisione chiara.

Saremo anche un bel borgo sì, ma fino ad un certo punto.

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