Guardia di Finanza, colpo alla mafia: sequestro da 2,3 milioni di euro

Redazione

Palermo

Guardia di Finanza, colpo alla mafia: sequestro da 2,3 milioni di euro
Ingente patrimonio sequestrato ad un uomo affiliato alla cosca della "Guadagna". In un secondo intervento, sequestrati beni ad uno "strozzino"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Un ingente patrimonio, costituito da numerosi beni immobili, tra cui una palazzina, una villa, diversi appartamenti, magazzini commerciali, automezzi e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 2,7 milioni di euro, è stato sottoposto a confisca dalla Guardia di Finanza di Palermo in esecuzione di due distinti provvedimenti emessi dall’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo a carico di altrettanti soggetti.

Un primo provvedimento è stato eseguito nei confronti di un settantacinquenne originario di Palermo, F.F., appartenente alla famiglia mafiosa della “Guadagna”, già tratto in arresto nel 1984 e condannato in via definitiva nel 1990 dalla Corte d’Appello di Palermo ad otto anni e sei mesi di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso e rapina; scontata la pena, è stato nuovamente arrestato nel 2009, unitamente ad altre persone, per reati di mafia e condannato nel 2010 a tre anni e dieci mesi di reclusione. Nello specifico, la confisca ha riguardato 9 unità immobiliari (tra cui una palazzina, diversi appartamenti, una villa e magazzini commerciali) a Palermo, 2 autoveicoli, 1 autocarro e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 2,3 milioni di euro.

Il secondo provvedimento è stato eseguito nei confronti di un quarantanovenne palermitano, R.G., già condannato nel 1986 dalla Corte di Appello di Palermo per detenzione di armi, poi arrestato nel 2009 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere per avere, negli anni dal 2006 al 2009, concesso in prestito denaro ad interessi usurai (fino al 120% annuo), in danno di alcuni imprenditori palermitani che si trovavano in situazioni di difficoltà economica; per il reato di usura è stato condannato in via definitiva, nel 2010, a cinque anni di reclusione. Nei suoi confronti sono stati confiscati un appartamento in Palermo e disponibilità finanziarie, ritenuti a lui  riconducibili e nella sua piena disponibilità, sebbene formalmente intestati a parenti, oltre che sproporzionati rispetto alle fonti di reddito ufficiali dichiarate dal soggetto e dal suo nucleo familiare.

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