Il Cerda Giuseppe Macina batte il Brolo in finale e conquista la salvezza

Redazione

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Il Cerda Giuseppe Macina batte il Brolo in finale e conquista la salvezza
3-1 al Tre Esse ed i madoniti rimangono in prima categoria

18 Gennaio 2016 - 00:00

A 24 ore dalla meritata salvezza, per il Cerda Giuseppe Macina è già tempo di bilanci sulla stagione appena trascorsa. Un obiettivo che si avvera in un campionato altalenante e, a tratti, sfortunato. Una salvezza sofferta e quanto mai meritata quella conquistata dai ragazzi di mister Macina nella finalissima play out di un campionato difficile che ha visto la squadra madonita costretta a giocarsi il tutto per tutto in una partita “secca” nonostante i punti, conquistati sul campo, gli avrebbero permesso di evitare la roulette russa dei play out. Ormai e' fatto notorio l'ingiustizia subita con il Longi, fanalino di coda a cui la federazione ha dato partita vinta ed un punto di penalizzazione per i cerdesi, dopo una brutale aggressione ai danni di quest'ultimi, a seguito di un'incivile invasione del barbaro pubblico locale. Per non parlare poi dello scandalo Stefanese, vincitrice del campionato ma battuta per ben due volte nel girone di ritorno e a cui il Giudice Sportivo ha consegnato tre punti al tavolino delegittimando i risultati del campo. Il Cerda si è ritrovato così a dover disputare la semifinale play out in quel di Acquedolci, dove, in vantaggio sino al 90', si è vista raggiungere al 100' minuto di gioco, dopo ben 12 minuti di recupero accordati da un direttore di gara che, in linea con i padroni del calcio, non digeriva l'exploit del l'equipe granata, per di più in trasferta. Un accanimento terapeutico contro un gruppo mai domo e restio agli accordi di partito e che, con le proprie forze, non si è mai sottomesso a nessun tipo di compromesso. Con la vittoria sulla Tre Esse Brolo, i granata hanno dunque legittimato la loro permanenza in Prima Categoria. Uno scontro, quello di Domenica, che entrambe le squadre dovevano vincere per evitare la temuta retrocessione. Novanta minuti che valevano un'intera stagione. Il pubblico e' quello delle grandi occasioni ma la tensione prima della partita e' davvero tanta. Si pensa alla cabala, non proprio favorevole al Cerda nelle partite ad eliminazione diretta, si pensa all'annata non proprio fortunata e si pensa anche alle stranezze del calcio dove, non sempre, a vincere e' il migliore. Dopo l'ottima gara giocata in semifinale, il gruppo guidato da Macina lavora per recuperare energie fisiche e mentali, mantenendo il livello di concentrazione alto, compito quest'ultimo non proprio facile anche in considerazione delle feste pasquali. Alla vigilia un'altra tegola si abbatte sulla squadra granata: oltre allo squalificato Cosentino, anche Mesi non sarà della partita. Ma il gruppo rimane unito, concentrato e convinto, nonostante le diffidenze esterno, di dimostrare la vera forza di questa squadra.

Si comincia con Lo Nero tra i pali, Bondi, Scialabba, Guida e Piraino a comporre la linea difensiva, Volpe, Insinga, Cicero e Bondi a centrocampo, Rizzo e Ognibene in attacco. Pronto a subentrare oltre al portiere Abbruscato ci sono Di Blasi, Piraino, Iacuzzo, Passamonte, Dioguardi e Geraci. Greco, non al meglio e Bartolotta sostengono i compagni dalla tribuna. La partita comincia in sordina, le squadre si studiano e sembrano non volersi scoprire come a non voler rischiare nulla. Le uniche due emozioni le creano i padroni di casa con Bondi II* prima, che dopo aver saltato l'estremo difensore ospite non riesce a concludere e Ognibene, poi, che allo scadere del tempo, manda la palla a fil di palo a seguito di uno stacco imperioso.

Il match, dopo un primo tempo timoroso e guardingo, si sblocca nella ripresa quando, a 30 minuti dal termine, il giovanissimo Lino Rizzo, scaraventa in rete con un esterno sopraffino, un pallone servitogli da Cicero. Il pubblico esulta e si stringe attorno alla squadra. Passano 7 minuti e ancora Rizzo, dopo un'azione ben imbastita, appoggia in rete di testa un pallone in precedenza respinto dalla traversa su incornata del giovane Bondi. Sembra fatta ma non è finita. Corre il minuto 80 quando Scialabba atterra Palmeri. L'arbitro concede il penalty che Masi trasforma per il momentaneo 2-1. Per un attimo sembrano essere ritornati i pensieri della vigilia e sul Comunale le streghe sembrano non essere state ancora cacciate del tutto. Ma stavolta i granata non ci stanno e sono decisi a non vivere un finale di gara incandescente, convinti di chiudere una volta per tutte il discorso salvezza. E' l'attaccante Ognibene a partire dalla distanza e a seminare il panico nella difesa ospite per poi servire all'accorrente Volpe un assist che, di comodo, appoggia in rete per il definitivo 3-1. Stavolta e' davvero finita. Di Blasi rileva Bondi, Passamonte entra per Scialabba e nel finale c'è spazio per il giovanissimo Iacuzzo che concede il break ad Ognibene. Il triplice fischio finale del fischietto marsalese consacra la squadra di Macina e concede la meritata passerella agli artefici di questa salvezza difficile. Una salvezza che ha dell'incredibile, in un stagione iniziata negativamente con poche vittorie, qualche pareggio e delle sconfitte immeritate per le abitudini granata, abituati da sempre a lottare 

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