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Il Principe Enrico VII d´Orlèans in visita a Palermo

“Nella mia famiglia, i monumenti edificati dai miei avi, vivono di più di loro stessi, lasciando ai posteri la testimonianza della loro esistenza”. Così esordisce il principe Enrico VII d’Orléans dopo la visita alla Palazzina Cinese. I monumenti, cui i grandi nobili francesi del passato hanno dato vita, diventano trait d’union di due Paesi come l’Italia e la Francia accomunati, spesso, dalla medesima storia. Le testimonianze storiche degli Orléans a Palermo diventano in tal modo la storia stessa del capoluogo siciliano, fondendo tradizione francese e cultura sicula. Una raccolta di testimonianze, documenti e fotografie ha permesso all’avvocato Ennio Palmigiano di scrivere un volume dal titolo “Gli Orléans a Palermo, allo Zucco e a Chantilly dal 1808 al 1954”. “Tutto è nato quando mi chiesero, durante una riunione di appassionati di filatelia, chi fosse Enrico d’Aumale -racconta Ennio Palmigiano-. Da quel momento decisi di fare delle ricerche sulla vita di questo nobile francese e sulla famiglia degli Orléans a Palermo. Le mie indagini mi portarono al castello di Chantilly, a circa 40 km da Parigi, di proprietà a suo tempo di Enrico d’Orléans, duca d’Aumale. La direttrice del castello mi consegnò numerosi documenti e atti che mi permisero così di scrivere il volume”. Il principe Enrico VII d’Orléans, saputo dell’opera, ha desiderato averne una copia. A seguito della lettura del volume, ha deciso di visitare i luoghi della terra sicula che hanno caratterizzato il vissuto dei suoi antenati. La prima tappa palermitana di ieri del pretendente al trono di Francia e di Navarra è stata la Palazzina Cinese, la cui costruzione fu voluta dal re Ferdinando I delle Due Sicilie, padre di Maria Amelia di Borbone, principessa delle Due Sicilie e moglie di Luigi Filippo d’Orléans, ultimo monarca a regnare sulla Francia. “I miei colori preferiti sono il blu, il rosso e il giallo”, dichiara il principe Enrico dopo aver visitato insieme alla consorte, la principessa Micaela Cousiño y Quiñones de León, lo studiolo e la stanza dei venti, dipinti con queste tonalità. Alla domanda cosa ama di più della terra sicula Enrico VII risponde estasiato: “La natura. I paesaggi sono magnifici e il sole è radioso. Il panorama mi ricorda le ambientazioni del film Il Gattopardo”. Il principe aggiunge un apprezzamento per la Sicilia barocca: “E’ una forma d’arte molto viva. Sembra quasi che si animi quando il sole, con i suoi raggi, colpisce le architetture”. Non è la prima volta che Enrico d’Orléans visita la città. Il suo primo arrivo è avvenuto nel 1957, mentre la sua seconda venuta è datata 1974. L’ultima, quella di ieri. Oggi il principe visiterà, assieme a una delegazione di nobili francesi, Palazzo dei Normanni, Palazzo d’Orléans e la tenuta dello Zucco, a Terrasini, residenza estiva della famiglia reale francese nell’Ottocento. Ogni visita in Sicilia rappresenta per il principe una riscoperta delle proprie origini, accompagnata da un sempre rinnovato amore per il paesaggio mediterraneo. “L’aria siciliana è molto particolare -commenta il Monseigneur, titolo utilizzato per rivolgersi a Enrico VII-. I fiori sono splendidi e rendono tutto il paesaggio mediterraneo ancora più meraviglioso”. E’ innamorato della Sicilia il principe d’Orléans.

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