Il “Ritratto d’Uomo” di Antonello da Messina è la Gioconda siciliana

Marianna Lo Pizzo

Cronaca

Il “Ritratto d’Uomo” di Antonello da Messina è la Gioconda siciliana
Parola di Sgarbi, nel pezzo di apertura dell’Huffingtonpost

18 Gennaio 2016 - 00:00

Domenica 20 aprile, Pasqua. L’Huffingtonpost apre con il “Ritratto d’Uomo” di Antonello da Messina.  Un’intervista a Vittorio Sgarbi che di quella tela custodita al Museo “Mandralisca” di Cefalù dice “è la Gioconda siciliana”.

Il ritratto ignoto di marinaio o semplicemente ritratto di uomo di Cefalù come è meglio conosciuto, rischia di seguire il destino della Fondazione Mandralisca, un museo aperto  grazie alla buona volontà dei dipendenti, privi di stipendio da mesi. Quindi a rischio di chiusura con la perdita conseguente del capolavoro inestimabile.

“La volontà politica di un salvataggio teoricamente c’è” scrive il prestigioso giornale on line “visto che lo stesso governatore Rosario Crocetta ha definito l’opera — d’accordo con l’amico di lunga data Sgarbi — meglio della Gioconda: se ce lo rubasse la Francia diventerebbe un capolavoro internazionale”. Quindi ciò che manca è “solo” una soluzione pratica”. Su questa affermazione, date le dotazioni di bilancio che la Regione ha deciso di assegnare alla Fondazione ci sarebbe molto da ridire, ma non è il giorno delle polemiche e un’idea di salvezza la propone all’Huffington Post proprio il noto critico di storia dell’arte. Sgarbi, dopo la vicenda delle case a un euro lanciato nel comune di Salemi durante la sua sindacatura, ripropone la formula “un euro” per salvare il dipinto.

 “Tempo fa – confida Sgarbi all’Huffingtonpost – Crocetta e io ci siamo trovati a convenire sul fatto che questo dipinto, ostaggio di un museo che non è messo in condizione di funzionare, potesse essere un simbolo della grande arte italiana, con la stessa forza evocativa della Gioconda. Che potesse diventare emblema della Sicilia, con la sua furbizia, l’astuzia, e tutto ciò che si lega all’abilità, inclusa la stronzaggine”.

E sulla condizione del Museo incalza con la sua soluzione  “A Cefalù mi risulta che arrivino 600 mila turisti l’anno, per ragioni prevalentemente balneari, e non più di 20mila di questi, forse meno, poi vanno anche al museo. Un flusso evidentemente insufficiente a garantirne la sopravvivenza. Ma se indipendentemente dalle stelle dell’albergo che lo ospita, ogni turista fosse tenuto a pagare un unico euro in più, quell’euro non rappresenterebbe una tassa di soggiorno, ma un’offerta speciale. A un prezzo cinque volte inferiore al costo dell’ingresso al museo”.

Un prezzo agevolato che secondo Sgarbi aiuterebbe economicamente il Museo, salverebbe il dipinto e fornirebbe un accesso privilegiato ad un prezzo stracciato di un quadro così importante ed enigmatico.

Del resto l'arte non ha prezzo ma da una soluzione così economica potrebbero davvero usufruirne tutti, fondazione, dipendenti, la stessa bellissima cittadina normanna, le Madonie e gli amanti dell’arte di tutto il mondo.

Altre notizie su madoniepress

Autorizzazione del Tribunale di Termini Imerese N. 239/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana

Condirettore Responsabile Michele Ferraro

redazione@madoniepress.it