Inchiesta sul voto di scambio, Termini Imerese divisa fra garantisti e giustizialisti

Redazione

Politica

Inchiesta sul voto di scambio, Termini Imerese divisa fra garantisti e giustizialisti
Mentre la politica prende tempo la città è in subbuglio per il nuovo scandalo

18 Gennaio 2016 - 00:00

La questione del presunto voto di scambio a Termini Imerese agita il dibattito politico nell’intera cittadina a pochi giorni dal termine delle amministrative, che hanno visto la riconferma di Totò Burrafato. Le voci si susseguono, più o meno fantasiose, il tutto mentre le indagini sono ancora in corso. Nelle piazze come sui social network i commenti si sprecano, impossibile non sentire parlare dell’argomento, al mercato, dal panettiere, dal barbiere. Persino alcuni fra gli attori principali di questa vicenda si sfidano, a colpi di annunci che fanno lievitare ancora di più l’attenzione dei termitani come del resto del comprensorio, sulla grave vicenda.

Che ci siano delle indagini in corso ormai e fuori di dubbio e trapelano, specie negli ambienti più vicini alla politica locale, i nomi dei due consiglieri comunali che, a seguito di alcune intercettazioni telefoniche, sono sospettati di voto di scambio. La posizione dei due neo consiglieri, di cui un ex assessore della prima giunta Burrafato, è ancora sotto la lente di ingrandimento degli organi inquirenti che hanno già perquisito le loro abitazioni.

Dopo l’intervento di Luigi Sunseri, il primo a pronunciarsi sulla vicenda, si registrano anche i commenti durissimi di Graziella Vallelunga, che nel corso della sua campagna elettorale aveva anche stampato dei fac-simili a forma di banconota proprio contro il voto di scambio.

Sulla delicata vicenda il primo cittadino ha imposto il silenzio stampa. Contattato per avere un suo commento e maggiori spiegazioni su quanto sta accadendo, Burrafato ha fatto rimando all’unico commento rilasciato e postato sulla sua pagina facebook:

Non mi farò trascinare in alcun modo in una polemica contro la magistratura e gli investigatori. La mia storia personale e quella della mia famiglia, così come la linearità del mio impegno in politica, non consentono deviazioni sul tema della legalità. Costi quel che costi. Per questa ragione, scelgo di non commentare e di rispettare pienamente il lavoro che stanno compiendo i magistrati sull’ipotesi di voto di scambio alle ultime elezioni comunali. Detto questo, è giusto sottolineare che non consentirò a nessuno di offendere la scelta popolare che mi ha designato sindaco di Termini Imerese per questo secondo mandato. Lo devo per rispetto ai miei concittadini. Quando il contesto sarà chiarito, allora sarà il momento di parlare e decidere. E se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi. Ma in questo momento, spizzichi e bocconi di presunte verità non servono a nessuno, se non a chi vuole cercare la polemica per il gusto della polemica fine a se stessa.

Dopo qualche giorno di prudente attesa esce allo scoperto anche Agostino Moscato, sfidante al ballottaggio del sindaco riconfermato Burrafato. Anche lui si affida al noto social network per esprimere il suo parere:  

Da quanto appreso dagli organi di stampa sul voto di scambio alle recenti elezioni comunali di Termini Imerese, ci preme sottolineare che le perquisizioni nelle case di alcuni consiglieri comunali non scaturiscono da dicerie o speculazioni politiche, così come ha dichiarato il sindaco Burrafato, per infangare il nome di qualcuno. L’indagine scatta, a quanto pare da intercettazioni telefoniche che hanno una valenza completamente diversa e che mettono in luce una pratica gravissima, se tutto ciò risulta vero, messa in atto da personaggi senza scrupoli che speculano sul bisogno della gente. Sarebbe opportuno che il sindaco Burrafato facesse chiarezza, prima del consiglio comunale di insediamento, sulle persone oggetto delle perquisizioni perché la città deve conoscere i fatti gravissimi che colpiscono l’istituzione pubblica che dovrà amministrare nei prossimi 5 anni. Da parte nostra nessun attacco politico o personale, nessuna caccia alle streghe ma vero è che se si tratta di voto di scambio questo ha determinato un risultato falsato nella competizione elettorale. L’affluenza alle urne di alcune sezioni, soprattutto nelle ultime ore della consultazione elettorale, potevano dare adito a interrogativi sulle modalità dell’espressione di voto. Siamo fiduciosi nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine sperando che venga fatta chiarezza al più presto su una vicenda squallida dove la città di Termini Imerese perde ancora una volta il proprio prestigio.

La grave vicenda che, se confermata getterebbe una pesante ombra sulla regolarità delle ultime elezioni, ovviamente non rimane confinata dentro i palazzi della politica ma suscita un vespaio di polemiche, commenti fra i comuni cittadini. Termini Imerese è letteralmente attraversata da una profonda spaccatura, tra chi esprime sconcerto e chi conferma la propria fiducia al sindaco rieletto. Basta fare un giro per le vie del paese, raccogliere l’impressione della gente è facile, anche perché il più delle volte, prima ancora delle nostra domanda, la gente al bar o in attesa alle poste stava parlando dell’argomento della settimana.

“Troppo silenzio da parte del sindaco e di chi lo ha sostenuto” dice un anziano signore che poi ci confida “io ho votato per Moscato”.  Con lui il figlio che rincara la dose“il silenzio dell’attuale sindaco, dinanzi a una notizia del genere, si commenta da solo”. Di tutt’altro avviso un giovane che, prima ancora di ascoltare la domanda, premette di essere un convinto sostenitore di Burrafato “Purtroppo c’è sempre chi non riesce a rassegnarsi alla sconfitta e l’unica cosa che sa fare è screditare l’avversario”. C’è anche chi non si schiera ma mostra tutte le sue perplessità: “con tutti i problemi che ha Termini Imerese ci mancava solo questo” afferma a malincuore un commerciante, una donna di passaggio capisce al volo di cosa stiamo parlando e senza neanche fermarsi ci dice con un sorriso amaro “hanno scoperto l’acqua calda”. “Di certo, è una situazione poco chiara – commenta infine un distinto signore – d’altra parte, lascia sempre qualche dubbio il tempismo di tali notizie. Dobbiamo evitare di abbandonarci al chiacchiericcio ed attendere i risultati delle indagini. Speriamo solo che facciano presto.”

Ed i tempi di attesa delle indagini rappresentano per molti il vero nodo della questione. C’è una città in ginocchio, colpita da una violentissima crisi economica. Una città che comunque non ha disertato le urne, mostrando una caparbia voglia di rinascere attraverso gli strumenti del confronto e della democrazia. Questa città, seppure al ballottaggio, si è affidata, con uno scarto considerevole, ma non marcato, al sindaco uscente.

La pesante ombra che adesso aleggia sull’esito delle elezioni, colpendo proprio la compagine chiamata ad amministrare la Città, è un pericoloso elemento di destabilizzazione, capace di incrementare tensioni sociali e di rallentare e rendere ancora più problematica di quanto non lo sia già di per se l’azione amministrativa.

Oggi i Termitani sono divisi fra “garantisti” e “giustizialisti” ma una cosa li unisce, l’esigenza di conoscere quanto prima la verità.  

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