Kuntarimari, il nuovo disco degli Agricantus

Redazione

Vinile

Kuntarimari, il nuovo disco degli Agricantus
Il lavoro segna il ritorno della band siciliana

18 Gennaio 2016 - 00:00

Il disco che segna il ritorno di un’esperienza, sicilianissima, tra le più importanti nell’ambito della world-music.   

Na luci ddà ’nfunnu viju, sù lampi a mari,

menzu a l’acqua e ventu, e priju p’un’affunnari,

Sunnu cunta ri mari…

da KUNTARIMARI

Il mare, il Mediterraneo come porto da cui partire e l’acqua come simbolo di fertilità, conoscenza e mistero, narratrice di storie e di culture che in essa e da essa traggono origine e vita. Kuntarimari, il nuovo lavoro degli Agricantus, è imperniato su questa “narrazione” dell’acqua e sulla forza e sulla suggestione inesauribile del mare.

Il gruppo palermitano guidato da Tonj Acquaviva torna con questo lavoro a testimoniare di una ricerca artistica perseguita con assoluta coerenza nel corso degli anni, aggiungendo un importante tassello a un percorso che vanta tappe del rango di Tuareg (1996, Premio Tenco), Kaleidos (1998) ed Ethnosphere (2001), tutte opere che li hanno condotti a divenire tra gli interpreti più apprezzati, a livello mondiale, della world-music come portavoce del sincretismo musicale del Mediterraneo.

Nell’ascoltare Kuntarimari ci si rende subito conto, e con piacere, che il gruppo non si è adagiato su di un manierismo di comodo, ma ha proseguito sulla strada della contaminazione e della sperimentazione senza rinunciare alle peculiarità che lo hanno reso celebre. Come nei precedenti lavori, anche qui sono centrali le collaborazioni con artisti internazionali, rappresentanza di popoli che hanno forti legami con l’acqua e il mare, dal cantante tunisino sufi Mounir Troudi a Tamar MacLeod, cantante maori, e poi ancora Onur Erbas, cantautore turco di Istanbul, un flautista del Nepal, Binod Katuwal e infine Jaka, cantante raggamuffin siciliano.

La voce di Rosie Wiederkehr, vocalist storica del gruppo, è del resto intatta e in grado di regalare guizzi abbacinanti col suo canto ricco di modulazioni e di echi, vero e proprio “suono delle acque”. La commistione linguistica, tra dialetto siciliano, inglese, catalano e turco, aggiunge poi una nota di ineffabile fascino.

Gli arrangiamenti, sempre molto curati, riescono a integrare, senza troppe sofferenze, strumenti della tradizione e moderna tecnologia, innestando nelle partiture flauti nepalesi e boliviani, armonie arabeggianti e influenze ambient, testimonianza di una capacità di assimilazione e rielaborazione rara, anche se qui e là si avverte qualche forzatura di troppo. A ogni modo, brani come Bosforo, con la sua potenza evocativa, l’accattivante title-track Kuntarimarie la sognante Les Aiguestolgono ogni dubbio sulla qualità e sulla compattezza di un lavoro degno dell’intensa discografia che lo precede. 

Kuntarimari è disponibile per la vendita in tutti i punti Feltrinelli e anche online sul sito della band.  

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