L'esempio di Alvise

Michele Ferraro

Editoriale

L'esempio di Alvise
il coraggio di estirpare la mala pianta

18 Gennaio 2016 - 00:00

Ieri le Madonie si sono strette intorno alla famiglia Stracci, al sindaco Alvise ed alla moglie, anche lei presente in un'aula Balducci piena all'inverosimile. Tutti i sindaci delle alte Madonie, decine e decine di consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, delle municipalità più o meno vicine ad Alimena, forze dell'ordine, sindacati, associazioni e società civile. Il vile gesto che ieri ha colpito vigliaccamente la famiglia Stacci e con essa, crediamo, l'azione riformatrice dell'amministrazione guidata dall'apprezzato medico Alivse, è suonata come uno schiaffo al viso di tutto il popolo madonita. Del sindaco abbiamo apprezzato il contegno, la misura e la fermezza. Parole chiare ed inequivocabili che hanno accostato al malaffare tutte quelle cattive abitudine ancora diffuse che contribuiscono a far crescere la “mala pianta”. Ha fatto centro il dottore Stracci mettendo l’accento là dove andava messo. Senza toni o gesti teatrali ha parlato di quella linea di confine sempre più sottile fra lecito ed illecito. Ha parlato di quell’anticamera della criminalità dove ancora troppi soggetti politici fanno salotto, spingendo (forse inconsapevolmente, forse no) altri poveri disgraziati a varcare la soglia del crimine. La speranza nella “raccomandazione”, l’illusione di superare il vicino o il concorrente grazia alla spinta di un “amico influente”, la prospettiva di un facile guadano o la rassicurante sensazione di una non meglio precisata “protezione”. E’ questo il sottobosco dove vive e prolifica la criminalità, nascosto dalle sterpaglie della politica di bassa lega che tutto mescola e confonde. Stracci, decespugliatore in mano, ad Alimena ha cominciato a fare pulizia, mettendo in conto anche di poter essere colpito da qualche “scheggia impazzita”. Il coraggio non gli manca, men che meno la determinazione. Prendano esempio i sindaci madoniti, tenendo presente il monito lanciato ieri da Alvise Stracci. La mafia non ha passaporto e non conosce isole felici, ma arriva e prende residenza là dove la potenza diventa prepotenza.

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