Lidi Cefalù, il percorso di regolarizzazione di Lapunzina bloccato da interessi criminali

Redazione

Cronaca

Lidi Cefalù, il percorso di regolarizzazione di Lapunzina bloccato da interessi criminali
Di Franco aveva alzato un muro di gomma contro il comune: intercettazioni shock  

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si apre un nuovo capitolo nella triste vicenda giudiziaria che ha scoperchiato il sistema criminale sul quale si basava la gestione dei lidi balneari a Cefalù. Ciò che emerge dalle ultime intercettazione, parte delle quali sono state pubblicate ieri dal Giornale di Sicilia, è il sistematico e diabolico tentativo di vanificare i continui sforzi del sindaco Rosario Lapunzina di regolarizzare i locali sul lungomare e la loro concessione.

Argomento che ovviamente è entrato nel dibattito politico, spesso violento.

Oggi quei ritardi, quell'alone di incertezza assumono un aspetto tutto diverso: c'era un vero e proprio disegno criminale messo su per frenare il percorso di legalità intrapreso da Rosario Lapunzina.

Da un lato un sindaco con la schiena dritta, che vuole togliere dai “pasticci” una delle spiagge più belle al mondo, dall'altro un funzionario corrotto, Di Franco, e due imprenditori Cimino e Vitale, decisi a fare il buono e cattivo tempo su quel tratto di costa, come fosse “cosa loro”.

Secondo le indagini condotte dal commissariato di Polizia guidato da Manfredi Borsellino, Di Franco in accordo con Cimino ed il suo braccio destro Vitale, aveva messo su un muro di gomma per bloccare il progetto del sindaco di regolarizzare l'utilizzo delle spiagge cefalutane. Un progetto politico nobile, ma che rischiava di compromettere gli interessi del “ras” dei lidi, Giovanni Cimino.

Da qui il disegno criminale che la scorsa settimana ha dato il via all’operazione “Spiagge Libere”.Ecco cosa diceva l'architetto Di Franco, ex campo del demanio marittimo, a Bartolomeo Vitale, nel corso di una conversazione telefonica “Gliene ho detto di tutti i colori. Non è che gli sto dicendo … te lo sto facendo… è in itinere, successivamente verrà fatto … e gli ho messo queste cose dell'art. 45 che non avrà scampo”.

Insomma dagli uffici del demani marittimo Di Franco adottava scientificamente tecniche dilatatorie e complicazioni burocratiche al solo interesse di mantenere lo status quo: i lidi dovevano rimanere sotto il controllo di Cimino.

E’ pensare che, solo lo scorso mese, il Vitale, in qualità di presidente dell’associazione operatori balneari di Cefalù, aveva convocato un incontro, nel quale lanciava l’allarme per l’ormai prossima stagione turistica di Cefalù. Incontro al quale hanno partecipato anche la Confcommercio e lo stesso sindaco di Cefalù, ancora ignari del “doppio gioco” di Vitale. 

Altre notizie su madoniepress

Autorizzazione del Tribunale di Termini Imerese N. 239/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana

Condirettore Responsabile Michele Ferraro

redazione@madoniepress.it