Mafia e politica, Salvatore Cerra indagato per voto di scambio

Redazione

Cronaca

Mafia e politica, Salvatore Cerra indagato per voto di scambio
Intercettato con il boss di corso Calatafimi. Il figlio Massimiliano Cerra lo invita a parlare

18 Gennaio 2016 - 00:00

Intercettato in un ristorante  nel febbraio del 2012, mentre siede al tavolo con Giovan Battista Barone, il boss di corso Calatafimi, uscito da poco di galera dopo una lunga condanna per mafia. Finisce nei guai, guai seri, Salvatore Cerra il politico locale che in passato ha ricoperto importanti incarichi, come quello di assessore provinciale nella giunta guidata da Giovanni Avanti.

Dovrà spiegare agli inquirenti perché, a pochi giorni dalle elezioni provinciali, nelle quali correva con la lista di Cantiere Popolare, si intratteneva amabilmente con un boss del calibro di Barone. Di certo non poteva non sapere chi fosse il suo “commensale”, altrettanto difficile credere che Salvatore Cerra non sapesse che Barone fosse uscito di galera solo poche settimane prima.

Di certo ciò che entrambi non sapevano è che il boss di corso Calatafimi continua ad essere intercettato dalle forze dell’ordine. Il fatto, risalente a più di 3 anni fa, è stato reso noto da uno scoop della redazione palermitana di Repubblica, con un pezzo pubblicato ieri a firma di Salvo Palazzolo che racconta così l’accaduto:

“il 28 febbraio 2012, all'ora convenuta per un pranzo riservato alla “Casetta della nonna” di via Ingegneros, c'erano anche gli investigatori dell'Arma, naturalmente a distanza. Ma il ristorante era imbottito di microspie e telecamere. E la richiesta di sostegno elettorale fatta dal politico al mafioso venne registrata. Oggi, Cerra è indagato per voto di scambio dal pool di magistrati che indaga sul clan di Pagliarelli. Barone è tornato in carcere nei giorni scorsi, nel blitz dei 38. La posizione dell'ex assessore (poi non eletto a Palazzo delle Aquile) è ancora al vaglio del procuratore capo Franco Lo Voi, del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e del sostituto Caterina Malagoli. Sono pesanti le parole pronunciate da Cerra a tavola: “Mi volevo presentare… perchè mi sembra che è obbligo”. “Io avevo promesso che non mi sarei seduto più a tavola con nessuno”, ripeteva il boss. Ma, evidentemente, Cerra aveva avuto una buona presentazione. E, soprattutto, faceva offerte interessanti in campagna elettorale. Così diceva l'assessore di Palazzo Comitini: “Io a giugno, ho avuto la fortuna di prendere un incarico come direttore generale del 118… E con l'aiuto dei vecchi amici mi sono candidato al consiglio provinciale”.

Prende subito le distanze il figlio di Salvatore Cerra , Massimiliano Cerra, che sotto il profilo della militanza politica ha sempre marcato le distanze dall’area centrista in cui militava il padre.

“Apprendo adesso da organi di stampa un articolo che riporta la notizia secondo la quale mio padre Salvatore Cerra sia coinvolto in un presunto rapporto di voto di scambio in occasione delle elezioni comunali del 2012 a Palermo, città in cui risiede – afferma Massimiliano Cerra, iscritto al Partito Democratico, già assessore della giunta guidata da Calogero Lanza a Caltavuturo, ed appena eletto in consiglio comunale – Non nascondo la mia profonda amarezza e dico sin da subito che lo invito a parlare sulla verità qualora fosse realmente coinvolto o a difendersi se non lo fosse.”

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