Omicidio della farmacista a Blufi, arrestata una donna complice della rapina

Redazione

Cronaca

Omicidio della farmacista a Blufi, arrestata una donna complice della rapina
Patrizia Porcello, nipote di Angelo Porcello, era a conoscenza del'lintento criminale

18 Gennaio 2016 - 00:00

La sera del 21 novembre 2013, i Carabinieri della Compagnia di Petralia Sottana arrestavano gli autori di una rapina commessa ai danni della farmacia “Jacona” in corso Italia 117, a Blufi, piccolo centro del palermitano, durante la quale veniva uccisa la titolare.

A seguito delle immediate indagini, emergeva che due uomini, identificati in Angelo Porcello, pluripregiudicato nato a Petralia Soprana classe 1963, residente a Blufi e Gandolfo Giampapa, classe 1995 nato a Petralia Sottana residente a Polizzi Generosa, erano entrati quella sera nella farmacia “Jacona” per commettere una rapina. Gli stessi avevano pianificato tutto quanto, ma non avevano previsto l’arrivo inaspettato nel locale di una cliente che, avendo notato l’improvvisa chiusura della porta d’ingresso, decideva di allertare immediatamente i Carabinieri.

All’interno dell’attività in quel momento vi era la titolare, la Dottoressa Giuseppina Jacona, nata a Carini classe 1934, che nelle fasi della rapina rimaneva ferita mortalmente alla gola, a causa di un colpo inferto, con incredibile violenza, da Porcello con un coltello da cucina avente una lama di 20 centimetri. L’arma del delitto, intrisa di sangue, veniva trovata nell’immediatezza sul luogo delitto ed in particolare rinvenuta nel cestino della spazzatura posto all’interno dell’attività.

I Carabinieri della Stazione di Petralia Soprana intervenuti sul posto in pochi attimi, su segnalazione di un cittadino, avevano provveduto a bloccare, con non poche difficoltà, Giampapa mentre usciva dalla farmacia subito dopo l'efferato delitto. In pochi minuti veniva individuato anche l’esecutore materiale de delitto, Porcello, che nel frattempo si era rifugiato nella sua vicina abitazione, dove per altro stava scontando gli arresti domiciliari. Quando i Carabinieri bussarono alla sua porta, l’uomo mise in scena un maldestro tentativo di depistaggio, facendosi trovare in pigiama. 

A seguito della perquisizione domiciliare nell’abitazione di Porcello, i Carabinieri della Compagnia di Petralia Sottana trovavano e sequestravano la somma complessiva di 14.760 euro in contanti, frutto della rapina e ben occultati in parte dentro un cassetto ed in parte in un altro nascondiglio ricavato dietro la porta del bagno; inoltre venivano rinvenuti gli indumenti intrisi di sangue indossati al momento della rapina, ovvero un paio di jeans di colore blu chiaro ed un paio di scarpe.

Nel corso della perquisizione personale, Porcello veniva trovato in possesso altresì di una banconota da 50 euro, anche questa provento della rapina, nascosta sotto la maglietta a contatto con la pelle, all’altezza della spalla.

Nel successivo sopralluogo effettuato dai Carabinieri presso l’abitazione della vittima veniva subito rinvenuto un tesoretto di 250.000 euro, mentre durante le successive fasi di indagine veniva rinvenuto ulteriore denaro contante, per una somma complessiva pari a 368.000 euro.

Data la circostanza è verosimilme che sia stato questo il vero obiettivo dei due malfattori che, in qualche modo, erano venuti a conoscenza del tesoro giacente nell'abitazione dell'anziana farmacista, dove la dottoressa Jacono viveva da sola.

Dentro la stanza da letto della dottoressa Jacona, veniva trovata una corda, con evidenti macchie di sangue, che con molta probabilità i due malviventi volevano utilizzare per immobilizzare la donna al fine di operare in casa con maggiore tranquillità.

Dopo l'arresto per rapina e omicidio le attività investigative hanno consentito di chiarire meglio il ruolo del giovane Giampapa. I gravi indizi di colpevolezza venivano tratti dal fatto che:

era stato notato uscire dai locali della farmacia subito dopo la commissione dei delitti ed era stato riconosciuto da un cittadino che lo indicava come colui che si trovava all’interno della farmacia fra la porta e lo scaffale delle medicine;

lo stesso rilasciava dichiarazioni ampiamente confessorie in sede di interrogatorio davanti al Pubblico Ministero;

tra l’altro la fidanzata del giovane, aveva dichiarato che quel pomeriggio Giampapa era stato convinto proprio dallo zio, Porcello, a recarsi presso la citata farmacia per perpetrare una rapina che gli avrebbe fatto guadagnare 1.000 euro.

Su Porcello venivano raccolti altri elementi di colpevolezza, individuati nel fatto che:

veniva riconosciuto da un cittadino come colui che, uscendo dai locali della farmacia, si era dato a precipitosa fuga a piedi per i vicoli del paese;

veniva rinvenuta presso la sua abitazione la somma in denaro, provento della rapina poco prima consumata, pari ad euro 14.760.

 

Fin qui le imputazioni a carico dei soggetti individuati immediatamente dopo l'efferato delitto. Ma già dalle prime fasi di indagine si profilava l'ombra di una terza persona.

Una anticipazione venne pubblicata sulle colonne di repubblica nell'articolo firmato da Ivan Mocciaro nel quale si faceva riferimento ad una lettera scritta da Angelo Porcello e ritrovata durante la perquisizione della sua abitazione. “L'ho fatto per te amore mio” era scritto nella missiva con tutta probabilità indirizzata a Patrizia Porcello (nipote di  Angelo) nata a Petralia Sottana nel 1978, residente a Blufi, ma di fatto attualmente domiciliata ad Arese (MI). L'uomo si sarebbe invaghito della nipote fino al punto di perdere la testa, mentre oggi emergono anche in capo alla donna gravi indizi di colpevolezza. Patriza Porcello sarebbe in concorso morale con gli esecutori materiali.

Le risultanze investigative, partite proprio da quella lettera, hanno portato a ritenere che la donna non solo fosse consapevole del progetto di rapina ma che  avrebbe contribuito a progettare le modalità di esecuzione della rapina, programmando l’omicidio della titolare della farmacia sebbene con modalità esecutive diverse da quelle poi effettivamente poste in essere.

In particolare Patrizia Porcello, in questo proposito criminoso, avrebbe partecipato attivamente all’ideazione del delitto, sostenendo moralmente lo zio, assicurando il proprio aiuto nell’occultamento della refurtiva ed infine progettando con lui di costruire un loro futuro insieme, impiegando i soldi che avrebbero ottenuto.

Al termine degli accertamenti investigativi, concordati dall’Autorità Giudiziaria, ieri sera, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Petralia Sottana unitamente a quelli della Stazione Carabinieri di Arese (MI), in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese (PA), hanno tratto in arresto Patrizia Porcello, attualmente domiciliata ad Arese (MI), la quale è stata associata presso la Casa Circondariale San Vittore di Milano.

Altre notizie su madoniepress

Autorizzazione del Tribunale di Termini Imerese N. 239/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana

Condirettore Responsabile Michele Ferraro

redazione@madoniepress.it