Ospedale di Petralia Sottana: arriva il primo fiocco rosa, ma sul punto nascita è calato il silenzio

Mirella Mascellino

Cronaca

Ospedale di Petralia Sottana: arriva il primo fiocco rosa, ma sul punto nascita è calato il silenzio
Nel reparto è aumentato il personale ma per la legge è ancora insicuro

18 Gennaio 2016 - 00:00

Ancora una cicogna al punto nascita di Petralia Sottana, formalmente chiuso dal 31 dicembre 2015. Questa volta il fiocco è rosa. Dopo tre maschietti, nati a febbraio e marzo, domenica 24 aprile, alle 5.15, è nata, con parto cesareo in condizioni di urgenza, la piccola Emily Francesca, 2,360 kg, secondogenita di Paulina e Calogero Purpi, di Petralia Sottana. La signora Paulina, aveva già subito un cesareo per la prima figlia, Giusy, di cinque anni e perciò il secondo parto non poteva essere naturale. La donna si è presentata al pronto soccorso, prima delle 5 del mattino, con una dilatazione pari a sette centimetri.

I sanitari, constatata la situazione non potevano trasportare la donna in ambulanza, verso il presidio di Termini Imerese, poiché avrebbero comportato un rischio elevato per madre e nascituro. Ad assistere la donna sono state le ginecologhe Angela Madonia e Sonia Librizzi e l’ostetrico Onofrio Sardo. Così dice il papà, Calogero Purpi, al telefono: -Sono grato ai medici che hanno assistito mia moglie, le dottoresse Madonia e Librizzi e l’ostetrico Sardo. Senza quest’ospedale non so come finiva.- Per la quarta volta l’equipe medica si è adoperata, con le professionalità e responsabilità di sempre, per fare avvenire il parto in condizioni di massima sicurezza, per madre e figlia.

È la quarta nascita in un punto chiuso dal decreto Lorenzin, ma il personale di Petralia Sottana ha dato l’ennesima prova di sapere affrontare le emergenze, rischiando personalmente per le decisioni prese. Una nascita che rompe il silenzio dell’ultimo mese sul futuro del punto nascita.

Paradossalmente, nel reparto chiuso, è aumentato il personale. Ci sono adesso cinque ginecologi, una nuova unità, giunta da Termini Imerese e gli otto ostretici di sempre. Ma secondo la legge, il presidio è da considerare non sicuro e in attesa di proroga o di chissà quale altra decisione politica. La portavoce del Comitato pro-ospedale, Cinzia Di Vita, commenta:-Ancora una volta l’ospedale ha svolto un servizio essenziale senza il quale potevano essere messe in pericolo le vite di nascituro e madre, a riprova che la struttura debba essere tenuta e potenziata.-

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