Ospedale di Petralia Sottana, il comitato: “I madoniti non sono cittadini di serie B”

Redazione

Cronaca

Ospedale di Petralia Sottana, il comitato: “I madoniti non sono cittadini di serie B”
Dopo mesi di silenzio, torna a parlare il comitato: "Attendiamo le decisioni del ministro Lorenzin"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Rompe il silenzio assordante della politica, il Comitato pro ospedale, nato dopo la decisione di chiudere il punto nascita dell’ospedale di Petralia Sottana, a gennaio scorso. 

Questo il comunicato diramato:

“I cittadini delle Madonie, da maggio, attendono di conoscere la decisione del ministro Lorenzin sulla richiesta di deroga alla disposta chiusura del punto nascita di Petralia Sottana.

Il silenzio di questi mesi, però, preoccupa non poco soprattutto perché l'approssimarsi della stagione invernale ripropone i problemi di viabilità e le paure di chi, per partorire, deve affrontare strade dissestate, innevate e pericolose sia per le mamme che per i nascituri. Si ha l'impressione che i Madoniti siano considerati, dalla politica regionale e nazionale, come cittadini di serie B, a cui tutto si chiede ma nulla si dà. Di silenzio, però, si muore! E così il nostro punto nascita continua a tenere chiuse le porte, nonostante 13 operatori tra ostetrici e ginecologi, assunti prima della richiesta di deroga, capaci già da oggi di garantire la guardia attiva h24 ed una dotazione che con pochissimo sarebbe in linea con le indicazioni del ministero. Parte di questo personale, però, è precario e a dicembre scadranno le graduatorie già attive dei concorsi. Cosa succederà alla scadenza? Ci verrà detto di pazientare fino all'espletamento delle nuove selezioni?

Intanto appaiono oscuri i meccanismi e gli stratagemmi con i quali si siano disposte alcune deroghe ed alcune chiusure e, ci si chiede da più parti, cosa induca i burocrati, a parità di condizioni, ad esprimere un sì o un no: interessi personali, particolari o peggio ancora di correnti? La salute ha tempi diversi dalla burocrazia e la politica deve farsi carico di questo se non vuole che i cittadini disertino le competizioni politiche imminenti e future. Diciamo basta a questo immobilismo che uccide i progetti e le speranze di molti. Oggi chi decide di mettere al mondo un figlio è costretto a subire disagi e costi che non sono sopportabili in questo periodo storico di gradi difficoltà economiche. 

Non cancellate con un colpo di penna l'ospedale: è una grande risorsa per la salute di chi ha deciso di continuare a vivere in queste zone denominate oggi “disagiate” perché abbandonate da tutta la politica per un disegno oscuro ed incomprensibile. Incomprensibile ancor più oggi, proprio quando le Madonie sono state individuate come zone prototipali nel progetto SNAI.

Noi vogliamo vivere in montagna con un ospedale potenziato nei reparti di ortopedia, cardiologia e ginecologia: è nostro diritto di cittadini. Un diritto che vale anche e soprattutto per chi vive in aree ricche di vitalità e cultura, ma spesso sacrificate da scelte miopi.”

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