Palermo, poliziotti “segugi”, sentono l'odore di marijuana e scoprono una piantagione abusiva

Redazione

Palermo

Palermo, poliziotti “segugi”, sentono l'odore di marijuana e scoprono una piantagione abusiva
In 6 box sotterranei allo Zen 2

18 Gennaio 2016 - 00:00

Agenti della Polizia di Stato, appartenenti al Commissariato di San Lorenzo” hanno rinvenuto oltre 200 piante di marijuana, coltivate all’interno di alcuni box nel quartiere “Zen 2”.

Curioso l’antefatto dell’operazione di Polizia che ha messo gli agenti sulla pista del grosso ritrovamento: una pattuglia delle “Volanti” del Commissariato, in servizio di prevenzione e controllo del territorio all’interno del popolare quartiere, è stata investita dalle forti esalazioni provenienti dalle grate di alcuni marciapiede di via Castellotti, angolo via Rocky Marciano.

Come una curiosa “caccia al tesoro” in cui ogni tappa regala un nuovo indizio, attraverso una serie di cunicoli, gli agenti, insieme a personale Enel e Vigili del Fuoco fatto convergere allo Zen, giungevano ad un’area caratterizzata dalla presenza di voluminose apparecchiature, ritenute unità esterne di potenti condizionatori.

Anche in questo caso, seguendo i fili elettrici delle apparecchiature, si è giunti ad alcuni box ben internati al di sotto del livello della strada e destinati, teoricamente, ad ospitare vetture o masserizie.

Ciò, unitamente all’intensificarsi delle esalazioni, riteneva plausibile che negli ambienti fossero ospitate illecite coltivazioni.

In sequenza, venivano così aperte le porte di 6 box all’interno dei quali venivano recuperate ben 204 piante di marijuana, di  altezza variabile dai 60 cm. ai 2 metri e 10.

Poderosa la macchina allestita per consentire la coltivazione degli arbusti, composta di aeratori, innovativi impianti di illuminazione, alimentati da trasformatori di ultima generazione e lampadine di 400 watt cadauna,  stimata in un valore complessivo di oltre 50 mila euro.

L’ingente valore degli arbusti custoditi nei box è comprovato anche dai meccanismi di guardiania predisposti per garantire i locali da indesiderate incursioni: la presenza di un pitbull dinanzi ad un box ed addirittura il ricorso ad un rudimentale meccanismo elettrico, attivabile dal pulsante di una stanza attigua  che, in assenza di salvavita, produceva l’erogazione di una forte scarica elettrica su chi toccasse la porta di accesso ad un altro box.

Indagini in corso per risalire alle identità di coloro i quali avessero i box nella loro disponibilità. In corso accertamenti sulle piante rinvenute da parte del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica.

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