Petralia Sottana come Poggibonsi: vietato giocare a pallone per le vie del paese

Marianna Lo Pizzo

Politica

Petralia Sottana come Poggibonsi: vietato giocare a pallone per le vie del paese
Il Sindaco “provvedimento necessario per tutelare il centro storico”. Proteste dell’opposizione

18 Gennaio 2016 - 00:00

L’ordinanza numero 55 firmata dal sindaco di Petralia Sottana, Santo Inguaggiato, con la quale si vieta il gioco del pallone nelle strade e nelle piazze del centro storico del paese è uno di quei provvedimenti destinati a far discutere.

A detta del Sindaco sono a rischio monumenti, lampioni artistici e incolumità dei cittadini e dei turisti che passeggiano per le strade e per le piazze petralesi: “L'amministrazione comunale è convinta che il gioco del pallone debba essere assolutamente vietato nel centro storico del nostro Comune. Troppo spesso ragazzi di ogni età giocano colpendo vetri, lampioni, parti del centro che deve essere salvaguardato non tenendo conto nemmeno degli orari. Pallonate che possono colpire le persone e schiamazzi notturni che ne turbano la serenità. Dobbiamo garantire inoltre l'accoglienza dei turisti. L'ordinanza non è contro i bambini come qualcuno ha affermato strumentalizzando la vicenda, ma ci sono ragazzi che si affacciano ormai anche all'età adulta che colpendo un pallone possono provocare un danno anche importante. Ci sono attrezzature sufficienti e adeguate per esercitare il gioco del calcio nel nostro Comune.”

Il divieto parte dal 28 agosto e per i trasgressori è stata disposta una sanzione che, da un minimo di 25 euro, può arrivare fino ai 500 euro di multa. Il divieto di poter esercitare il gioco del calcio a tutti quindi, grandi e piccoli, scatena la polemica dell'opposizione. Il capogruppo Alessandro Cilibrasi afferma : “Non c'è stato confronto con il Sindaco su questa ordinanza e non ne condividiamo la rigidità. Siamo cresciuti giocando per le vie del centro e io stesso provocatoriamente dopo la lettura dell'ordinanza ho dato due calci al pallone in piazza. Siamo disposti a discuterla e a rivederla ascoltando le motivazioni del Sindaco che ha preso questa decisione senza confrontarsi con noi”

Non è la prima volta che un Comune prende questo tipo di provvedimento per venire incontro ai commercianti che si lamentano o di chi abitando nei centri storici e nelle piazze delle comunità italiane si ritrova a volte in condizioni di disagio nei confronti del gioco più famoso del globo. È famosa l'immagine del cartello con cui si faceva divieto nel comune di Poggibonsi all'inizio dell'anno in cui con un pennarello sotto la scritta di divieto di gioco al calcio venne inserita la scritta “allora ci droghiamo”.

Una provocazione che sottolinea il contrasto naturale tra un'attività di svago all'aria aperta per le strade ancora prive del traffico metropolitano del paese e quella di un'attività che oltre ad essere illegale è anche dannosa. Molti genitori contrariati dalla misura di restrizione e anche molti giovani accusano il sindaco di mirare ad acutizzare la voglia di fuga dei giovani dall'entroterra siculo, altri invece sottolineano come le regole per il vivere civile siano fondamentali all'interno della comunità. Forse sarebbe il caso che aldilà dei divieti e delle intolleranze ci si educasse al rispetto dei luoghi dove si cresce e delle persone che ci circondano fin da bambini in modo da poter continuare a giocare tra i vicoli e a cercare la bellezza dei giochi antichi lontano dagli schermi dei videogiochi e dei programmi televisivi senza cuore e senza radici.

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