Pianeta Terra, da oggi l´uomo vive “a sbafo”

Redazione

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Pianeta Terra, da oggi l´uomo vive “a sbafo”
Esaurite le risorse. Da qui fino a fine anno l´uomo preleverà risorse naturali ed immetterà anidride carbonica nell´atmosfera senza che il Pianeta sopperisca a questi interventi

18 Gennaio 2016 - 00:00

Da due giorni abbiamo esaurito il budget ecologico. Il 20 agosto, infatti, è l'Earth Overshoot Day, ovvero il giorno che segna la data in cui l'umanità preleva stock di risorse ed accumula anidride carbonica in atmosfera. Lo ha comunicato Global Footprint network, Ong che si occupa di misurare l'”impronta ecologica” del pianeta, attraverso la domanda e l’offerta di risorse naturali e di servizi ecologici. E i dati fanno riflettere. Il Global Footprint Network stima che in circa 8 mesi consumiamo più risorse rinnovabili e capacità di sequestro della CO2 di quanto il pianeta possa mettere a disposizione per un intero anno.

E questa data in cui esauriamo le risorse, si sposta sempre di più. Nel 1993 l'Earth Overshoot Day è stato il 21 ottobre, mentre nel 2003 il 22 settembre. In media ogni anno il periodo non “a debito” si accorcia di due o tre giorni, e i consumi attuali implicano che ci servono 1,5 pianeti ogni anno. Secondo le stime degli esperti, entro il 2050 per soddisfare il fabbisogno energetico avremo bisogno delle energie di due pianeti come la Terra ogni anno.
Durante i secoli l'umanità ha usato le risorse naturali per costruire città e strade, per produrre il cibo e creare prodotti per assorbire la nostra anidride carbonica ad un tasso che fosse all'interno del budget della Terra. Ma a partire dalla metà degli anni ‘70, abbiamo superato una soglia critica: il consumo umano ha cominciato a superare quello che il pianeta poteva produrre. 
“Spendere” il capitale energetico della Terra più velocemente di quanto si rigeneri ha delle immediate cadute sull'ambiente. Il cambiamento climatico, conseguente l'emissione di gas “climalteranti” sempre più veloce della capacità di assorbirli di foreste ed oceani, è il risultato più evidente e probabilmente il più preoccupante. Ma ne esistono altri, come la riduzione delle foreste, la perdita delle specie viventi, il collasso della pesca e i prezzi sempre più alti delle materie prime.

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