Piano, giovani

Michele Ferraro

Editoriale

Piano, giovani
L'anestesia di una generazione

18 Gennaio 2016 - 00:00

Prendete  una generazione di giovani siciliani, dai 25 ai 35 anni. Riempitegli la testa di improbabili prospettive, come ad esempio quella di essere assunti a tempo indeterminato, in Sicilia, dopo aver fatto uno stage di 6 mesi, retribuito (si fa per dire) 500 euro lordi al mese, grazie alla benefica assistenza di mamma regione.

Sarà un flop? Ma quando mai! Parteciperanno a migliaia.

Badate bene, mica sono fessi! Loro lo sanno che questo “piano” somiglia tanto ad una bolla di sapone. Saranno pure giovani ma in quanto ad esperienza in precarietà e finti lavori non li batte nessuno.

Pazienza diranno, meglio poco che nulla.  

Prendete una, due o anche tre generazioni di datori di lavoro, siciliani anche loro, che  non investono e non assumono da anni, perché il mercato è fermo, la crisi morde e le infrastrutture che dovrebbero migliorare le condizioni di mercato non fanno altro che invecchiare ed arrugginire.

Suggerite loro di aprire la porta di servizio dell’azienda a dei giovai tirocinanti, che per 6 mesi daranno una mano, senza dover scucire un solo euro. Ricordategli che per ogni tirocinante il buon imprenditore incasserà, per il pari periodo, un assegnino di 250 euro mensili, per la gentile ospitalità, sempre a carico di mamma regione.  

Pazienza diranno, 250 euro sono pochi ma un paio di braccia nuove servono, e poi non le devo neanche pagare. Parteciperanno anche loro, magari sospinti dalla richiesta di qualche giovane candidato. E fra sei mesi, c'è da giurarci, chi si è visto si è visto, con buona pace degli incentivi. Salvo, si spera, qualche illuminata eccezione.

Poi, per completare l’opera, mettete un pò di sale, giusto per rendere più gustosa questa insipida trovata. Indicate un portale, unica via di accesso per l’agognato tirocinio, e scatenate la gara: chi si registra prima vince!

In palio 2.000 posti, suddivisi in tre tranche.

Manco a dirlo, il primo “clicca e vinci” da 800 tirocini com’è partito s’è inceppato. Si voleva evitare un corto circuito del sito che, ovviamente, è arrivato lo stesso, ma intanto, prima del black-out, i primi 800 “clicca e vinci” sono stati comune assegnati.

Pazienza diranno gli altri 20.000 giovani iscritti, se siamo abili e veloci magari riusciamo a vincere la prossima gara, in programma giorno 1 agosto. Intanto alleniamoci con il mouse.

Ma attenzione, scaldare l’indice non basta perché, dopo avere avuto il culo (di questo si tratta!) di aver azzeccato in tempi da record l’incrocio giusto (fra domanda ed offerta di lavoro) bisognerà affrontare un colloquio e dotarsi, prima del fortunato clic, della dichiarazione di disponibilità al lavoro e del patto di servizio.

Altro colpo di genio, nell’epoca della informatizzazione e delle simpatiche aste on line per un tirocinio sottopagato.  

Questi documenti infatti si devono ritirare presso gli uffici del lavoro che, ovviamente, sono stati presi d’assedio dalla carica dei 20.000. Code chilometriche e nervi a fior di pelle per la consueta incomprensione fra chi chiede i documenti e chi li deve rilasciare.

Non è colpa di nessuno! E’ solo che, a causa della “mediazione culturale” della burocrazia, parlate due lingue diverse. Tutto qua! Sapete che c’è, cari giovani, dovete avere pazienza. Tornate un’altra volta, o forse due, alla fine quel documento arriverà.

E così, nell’attesa di un documento da ritirare e di un nuovo “clicca e vinci” a cui partecipare, nella speranza che quel “tagliando” diventi fra sei mesi un lavoro (un lavoro vero!), una intera generazione di giovani disoccupati stà. Ferma. Intontita da uno stillicidio di soluzioni anestetiche contro la rabbia e la rivoluzione.

Diceva il poeta, “come d’autunno sugli alberi le foglie”.

Piano, giovani! Fermi e pazienti dovete stare, che la provvidenza un giorno arriverà a rinverdire le vostre speranze.

E se non farete in tempo a rimanere attaccati al ramo consolatevi del fatto che il vostro sacrificio non sarà inutile: siete stati l’ossigeno del sistema che non avete combattuto, diventerete il cibo della terra che lo sostiene.    

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