Pronto il “patto” che cancella l’ospedale di Petralia Sottana  

Redazione

Politica

Pronto il “patto” che cancella l’ospedale di Petralia Sottana  
In Sicilia addio a quasi mille posti letto

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si chiama “Patto per la salute”, un nome che, a sentirlo pronunciare, non desta nessuna preoccupazione, anzi porta con se un certo senso di ottimismo, ma a leggerne i contenuti appare subito per quel che è: una mannaia capace di cancellare dalla carta geografica italiana oltre 70 ospedali. Fra questi anche il nosocomio di Petralia Sottana.  

Poco spazio ai ragionamenti, a tenere insieme il nuovo “patto” sono i numeri: addio alle mini cliniche ed ai piccoli ospedali pubblici. Per capirci quelli con meno di 60 posti letto. Obiettivo: risparmiare 10 miliardi di spesa pubblica in 3 anni.

Il ministro Lorenzin parla di tempi brevi per l’attuazione del “patto”, che dovrebbe tramutarsi in decreto già prima dell’estate. I tempi, in raltà,  sarebbero stati ancora più rapidi se il Tesoro non avesse tirato il freno preoccupato dell’allentamento dei vincoli per le Regioni sul piano di rientro.

E saranno proprio le Regioni a dover opporre resistenza al “patto per la salute” se non vorranno compromettere in modo definitivo la loro capacità di garantire i livelli minimi ed essenziali di assistenza.

Ma Beatrice Lorenzin non pare per nulla preoccupata dal pressing degli Enti Locali ed annuncia “Più poteri centralizzati e di controllo, meno spazio alle Regioni” parole che non lasciano spazio alle interpretazioni, pronunciate dal ministro della Salute in una intervista rilasciata a “Quotidiano.net”

In sostanza il Patto prevede di arrivare dagli attuali 109,9 miliardi del fondo sanitario ai 115,4 del 2016. Meno di quanto previsto inizialmente perché le risorse devono seguire l’andamento lento del Pil.

Ancora nessuna disposizione normativa dunque, ma la bozza circola già da diverse settimane e per la “sopravvivenza” degli ospedali abbassa il limite minimo a 60 posti letto.  

Sotto questa soglia addio agli ospedali che dovranno essere riconvertiti in strutture per l’assistenza nel territorio e la riabilitazione, mentre le cliniche, salvo quelle altamente specialistiche, dovranno accorparsi fino a raggiungere la dotazione di almeno 100 letti o chiudere i battenti.

In sostanza sono 72 gli ospedali pubblici inseriti nella «black list» che è possibile stilare dai dati del ministero della salute. In totale quasi 3mila letto da cancellare.

 Fra questi appunto l’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana al quale fanno compagnia altre 23 strutture ospedaliere siciliane, fra cui quelle di Leonforte, San Cataldo, Piazza Armerina, Corleone ecc. In totale per la Sicilia un segno meno di 946 posti letto.

Il percorso di accorpamento degli ospedali di Termini Imerese e Petralia Sottana in un unico distretto sanitario potrebbe in realtà salvare il destino dei “Madonna dell’Alto” ma la bozza fatta circolare dal ministero non parla eccezioni legate ai distretti sanitari e le affermazioni rilasciate dal ministro della salute sul depotenziamento del ruolo delle regioni nel nuovo piano sanitario destano non poche preoccupazioni.

Nei prossimi giorni, in attesa che la bozza del “Patto per la Salute” venga formalizzata, cercheremo di capire meglio se il Piano Sanitario predisposto lo scorso inverno dall’Assessorato Regionale alla Sanità, che in via di fatto salvava l’Ospedale di Petralia, sarà capace di resistere alla mannaia imbracciata dal governo nazionale

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