Rifiuti, costi alle stelle e dubbi sul nuovo piano di gestione. Il PD Madonie convoca un incontro a Blufi

Redazione

Politica

Rifiuti, costi alle stelle e dubbi sul nuovo piano di gestione. Il PD Madonie convoca un incontro a Blufi
In un documento inviato ai Comuni si esprimo forti dubbi sull’ARO

18 Gennaio 2016 - 00:00

Nove circoli del PD si sono incontrati e confrontati negli scorsi giorni sul delicato tema della gestione dei rifiuti.

Si tratta di uno degli aspetti più delicati della pubblica amministrazione, specie in considerazione della recente riforma regionale in esito alla quale le scelte programmatiche gestionali e d’investimento nella gestione RSU nel territorio devono essere indicate nel Piano d’Intervento dell’ARO (Ambito Raccolta Ottimale).

Il Piano, già approvato da quasi tutti i consigli comunali delle Alte Madonie, dovrebbe contenere le linee guida per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, anche nell’ottica del contenimento delle tariffe.

Ma, secondo il documento stilato di 9 circoli ed invaito ai Comuni ed all’ARO, tale piano appare lacunoso, impreciso e privo della diretta correlazione economica finanziaria con i costi che i comuni sono chiamati a coprire.

Inoltre, gli obiettivi indicati, per esempio riguardo le percentuali della raccolta differenziata (del 45% per il 2014 e 65% per 2015), sembrano inverosimili se si confrontano con i dati accertati sino al 2013 (17%).

“Proprio dall’impegno richiesto ai cittadini per effettuare la raccolta differenziata ci si aspetta in modo diretto ed evidente un conseguente risparmio sulla tariffa – affermano nel documento congiunto i 9 segretari di circolo – Il maggiore costo del tributo in atto richiesto ai cittadini, invece, così vanifica lo sforzo della comunità, anche in termini ambientali.

I cittadini delle nostre comunità sono stati chiamati a pagare tributi sempre più esosi che nel contesto economico in cui viviamo mettono in seria sofferenza le nostre comunità.

Tanti sono gli interrogativi emersi rispetto ai quali le amministrazioni saranno tenute a risolvere al fine di mitigare il carico tributario. Per questo motivo i segretari dei circoli PD di Valledolmo, Caltavuturo, Polizzi Generosa, Castellana Sicula, Blufi, Petralia Sottana, Petralia Soprana, Gangi e San Mauro hanno indetto una riunione che si terrà nei prossimi giorni a Blufi.

In particolare si porrà l’attenzione sui seguenti aspetti:

 

1)         CONTRATTI e CRITERI DI RIPARTIZIONE

Alla luce della nuova normativa e della nuova organizzazione dell’ARO, secondo quali criteri verranno ripartiti i costi di gestione RSU tenuto conto della differenziazione tra raccolta, spazzamento, trasporto da un lato e smaltimento in impianti dall’altro?

La ripartizione dei costi/ricavi relativa alla raccolta differenziata dovrebbe essere legata agli effettivi quantitativi che ogni comune raccoglie e dovrebbe costituire, quindi, una premialità per i comuni più virtuosi.

Le scelte operate sin qui nella gestione AMA non hanno, invece, prodotto risultati apprezzabili (appena il 16% in tutto l’ambito).

L’aumento della percentuale di Raccolta Differenziata e la relativa riduzione dei costi delle tariffe è un obiettivo a cui non si potrà derogare con l’avvio della nuova gestione.

Per quanto riguarda la costituzione dell’ARO ci si chiede secondo quali presupposti l’attuale base di partecipazione dei singoli comuni può essere modificata a seguito di eventuali richieste nuove adesioni e/o recessi?

2)         GESTIONE IN HOUSE

Secondo le Linee Guida per gli Affidamenti dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (Aprile 2013) “La scelta delle modalità di affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica e quella relativa all’oggetto degli affidamenti, deve perseguire, nel rispetto della normativa vigente, i seguenti obiettivi: (a) efficacia rispetto alle finalità di interesse generale perseguite dagli enti territoriali; (b) efficienza ed economicità in termini di costi di fornitura dei servizi, nell’interesse degli utenti e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.  A tal fine gli enti dovranno motivare le proprie decisioni, attraverso una valutazione comparativa di convenienza, nelle relazioni che, ai sensi dell’art. 34 del D.L. 179/2012, sono tenuti a predisporre prima di procedere all’affidamento del servizio.

La legittimità del ricorso a forme dirette di affidamento richiede non solo la sussistenza dei requisiti previsti per questo tipo di affidamento (nel caso dell’in house proprietà pubblica, controllo analogo e focalizzazione dell’attività), ma anche la dimostrazione che la deroga al principio della concorrenza per il mercato sia giustificata da obiettivi di interesse generale.”

Le motivazioni, pur condivisibili, indicate nell’allegato 3 (del Piano di Intervento) che hanno condotto alla scelta della gestione in house, non appaiono esaustive dato che nel citato allegato si fa esclusivo riferimento al dato dell’: ”…esperienza acquisita mediante la gestione diretta del servizio da parte della società AMA…”

Pur ritenendo “l’affidamento in house” una possibile valida opzione tra quelle indicate, ci si attendeva, secondo i diversi principi delle linee guida, una adeguata, chiara e sufficiente motivazione a sostegno della decisione assunta.

•          Quali sono gli obiettivi di interesse generale che legittimano l’affidamento in –house?

•          Quali sono i dati emersi dalla valutazione comparativa di convenienza dei sistemi possibili?

•          Qual è l’importo dell’affidamento diretto per il servizio dato in House?

•          Quali servizi sono stati affidati in House?

Sembrerebbe mancare, inoltre, l’assolvimento dell’obbligo di pubblicazione sul web. Sotto questo profilo, in passato, la gestione AMA si è dimostrata carente nella pubblicazione degli atti nel sito web, come previsto per legge.

Trasparenza, chiarezza e pubblicazione degli atti dovranno essere al centro dell’azione della nuova gestione.

3)         DISCARICA “Balza di Cetta”

La mancanza di alcuna determinazione in ordine alla discarica “Balza di Cetta” potrebbe comportare pregiudizio alla autonomia gestionale o addirittura la medesima titolarità? Quali le conseguenze anche sul piano tecnico/finanziario?

Inoltre, la chiarezza e la distinzione dei costi della gestione della discarica consentirebbe ad ogni comune di attuare politiche ambientali che mirino alla riduzione diretta della produzione dei rifiuti al fine di risparmiare i relativi costi di smaltimento.

4)         COSTI A CARICO DEI COMUNI e PEF

La normativa impone ai comuni la copertura integrale dei costi gestione RSU che risulta dal costo del servizio demandato all’AMA oltre gli oneri che ogni comune imputa, in parte secondo la propria discrezionalità, per assicurare il servizio stesso.

Accade che i comuni nell’esercizio di questa discrezionalità imputino maggiori costi sulla tariffa per pareggiare i loro bilanci.

Es. I comuni, chiamati alla copertura integrale del servizio, hanno inserito tra i costi i crediti inesigibili;. alcuni di essi non hanno, tuttavia, dall’altro lato sottratto quanto recuperato dalla lotta all’evasione. Facendo pagare gli insoluti a chi già paga, si determina di fatto un maggiore aggravio e iniquità fiscale.

Questo meccanismo non appare coerente con la logica della gestione del servizio in forma aggregata: occorrerebbe, quindi, trovare un maggiore equilibrio nel rispetto del principio di autonomia dell’Ente.

5)         RIDUZIONI E AGEVOLAZIONI

Al fine di mitigare per quanto sia possibile il carico fiscale, di attuare politiche di equità fiscale, di incentivare la raccolta differenziata e mitigare la produzione dei rifiuti è opportuno che i Comuni usino (di più) gli strumenti delle riduzioni e agevolazioni, ferma restando la distinzione tra le une e le altre, attesa la diversa incidenza sulla tariffa.

In particolare, considerato che la copertura della agevolazioni deve essere assicurata da risorse diverse dai proventi del tributo, i Comuni devono farsi carico di trovare adeguate coperture, secondo precise scelte di natura politica.

6)         RESIDUI ATTIVI – TRIBUTI NON VERSATI – VIRTUOSITÀ

La necessità di attuare politiche volte ad una efficiente e oculata gestione RSU è imposta anche dal dato già allarmante del forte aumento dei c.d. residui attivi essendo sempre più numerosi i cittadini che non riescono più a pagare i tributi.

Il dato dei residui attivi non è quindi da sottovalutare, deve essere posto all’attenzione poiché con il tempo tenderà a minare alla base la gestione finanziaria ed economica degli enti comunali.

Detto riflesso negativo si avrà alla lunga anche nella gestione delle società affidatarie del servizio con il rischio di cadere nella stessa situazione critica del “palermitano” e a discapito della decantata “virtuosità” che contraddistinguerebbe il nostro territorio.

7)         COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI

Tenuto conto del sistema legislativo che regola la gestione RSU, attraverso SRR ARO e Società affidatarie del servizio si ritiene opportuno che tutti i componenti degli organi societari non rivestano contemporaneamente ruoli in più enti.

8)         AZIONI PROGRAMMATE E INVESTIMENTI PER DIMINUIRE LA PRODUZIONE RSU E LO SMALTIMENTO IN DISCARICA.

Con l’ottenimento dell’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) della discarica di Castellana nel 2011, con la quale si certifica e garantisce il rispetto di tutte le normative, nella varie fasi di gestione, progettazione e realizzazione, è stata anche fissata la capacità di abbancamento residuale in 190.000 ton.

Alla luce dell’attuale residua capacità di abbancamento, quali investimenti, azioni e forme gestionali sono programmate per ridurre i quantitativi da abbancare in discarica o aumentarne la capacità d’abbancamento?

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