La gestione del servizio idrico nella provincia di Palermo tornerà in mano ai Comuni. Lo ha annunciato il presidente della Regione Rosario Crocetta al termine della riunione con i sindaci tenutasi contestualmente a un sit-in di protesta dei lavoratori dell’Ato idrico proprio per chiedere la proroga del servizio.

La soluzione arriva per il rotto della cuffia. Già da oggi infatti, nei comuni palermitani interessati, il rischio sarebbe stato di un’interruzione dell’erogazione dell’acqua. Situazione che avrebbe coinvolto oltre 500mila cittadini.

E’ stata una lunga trattativa, condotta tra ieri ed oggi. Iniziata con il vertice con Onda Energia, società che, dopo il fallimento della Acque Potabili Siciliane, aveva preso in affidamento il servizio, al quale però ha rinunciato nel momento più delicato, ossia proprio quanto si stava per dismettere l’Ato Palermo 1, che avrebbe dovuto cessare tutte le attività proprio domani.

L’ordinanza del Prefetto ha prorogato in extremis la gestione dell’ATO fino al 31 ottobre. Mentre a partire dall’1 novembre gli impianti saranno restituiti ai Comuni attraverso una nuova norma che la giunta regionale inserirà nella Finanziaria ter, attualmente in discussione all’Ars.

In sostanza, così facendo, si dividono le sorti dei 52 comuni coinvolti. I dieci comuni del palermitano, fra i quali anche Pollina e Termini Imerese, che avevano già fatto richiesta di gestire direttamente il servizio, subentreranno immediatamente, mentre gli altri 43 comuni (fra cui i comuni di Alia, Alimena, Aliminusa, Blufi, Caccamo, Campofelice di Roccella, Cefalù, Cerda, Lascari e San Mauro Castelverde) potranno contare sulla proroga dell’ATO 1 fino al 31 ottobre per poter reperire in bilancio le somme necessarie alla gestione diretta del servizio idrico.