Sfinci, vampe e tavolate. Come nasce la festa del papà

Redazione

Regione

Sfinci, vampe e tavolate. Come nasce la festa del papà
Nasce in America, dove, però, si festeggia la terza domenica di giugno. In Italia si è scelto di dedicarla a San Giuseppe, il papà caro al mondo cattolico

18 Gennaio 2016 - 00:00

Quando si festeggiò la prima “Festa del papà”? Sembra che la tradizione sia americana e che, comunque, non sia nata molto tempo fa. Andando indietro ai primi del Novecento, il 5 luglio 1908, a Fairmont, in West Virginia, presso la chiesa metodista locale. Secondo alcuni documenti, fu la signora Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitare l'ufficializzazione della festa. Ispirata dal sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909, organizzò la festa una prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane, Washington. La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana. Questa tradizione rimane ancora oggi e la festa del papà in America si festeggia la terza domenica del mese di giugno.

Quando la festa fu esportata in Italia si decise di differenziarla dalla gemella statunitense e si decise di festeggiarla il giorno di san Giuseppe oltre che di proclamarla come festa nazionale. La festa di San Giuseppe è caratterizzata da alcune manifestazioni, alcune sono ancora in vigore, altre pare siano cadute in desuetudine. Poiché in questo giorno, si ricorda la sacra coppia di giovani sposi, in un paese straniero ed in attesa del loro Bambino, che si videro rifiutata la richiesta di un riparo per il parto e poiché questo atto viola due sacri sentimenti (l'ospitalità e l'amore familiare), esso viene ricordato in molte regioni con l'allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il 19 marzo di ogni anno, si usa invitare i poveri al banchetto di san Giuseppe. In questa occasione, un sacerdote benedice la tavola, ed i poveri sono serviti dal padrone di casa.
In altre città, poiché la festa di San Giuseppe coincide con la fine dell’inverno si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano, in questa occasione si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze (le vampe). Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe.
Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa. In Sicilia i dolci tradizionali della festa sono le “sfinci di San Giuseppe”.

Altre notizie su madoniepress

Autorizzazione del Tribunale di Termini Imerese N. 239/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana

Condirettore Responsabile Michele Ferraro

redazione@madoniepress.it