Termini Imerese, che fine hanno fatto i 450 milioni per il polo industriale?

Michele Ferraro

Politica

Termini Imerese, che fine hanno fatto i 450 milioni per il polo industriale?
Addio all'accordo di programma del 2011 ma il governo promette nuovi interventi

18 Gennaio 2016 - 00:00

Il 16 febbraio 2011 veniva firmato a Roma l'accordo di programma tra il Ministro dello Sviluppo economico e la Regione siciliana per programmare gli interventi di riqualificazione e reindustrializzazione del polo industriale di Termini Imerese. Alla firma dell’accordo presero parte anche la Provincia di Palermo, dal comune di Termini Imerese, il consorzio ASI di Palermo, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa spa e il Gruppo FIAT.

L'ammontare degli investimenti programmati era stimato in più di un miliardo di euro per il triennio 2011-2013: di questi, 450 milioni di euro sarebbero stati forniti dalle finanze pubbliche, in particolare 100 milioni di euro direttamente dal Ministero dello sviluppo economico e 350 milioni di euro dalla regione Sicilia, di cui 150 per finanziamento di opere infrastrutturali e 200 a titolo di cofinanziamento delle risorse nazionali

La principale finalità dell’ accordo era la promozione di nuovi investimenti produttivi in grado di assicurare la salvaguardia della presenza industriale e dell'occupazione del polo industriale di Termini Imerese, con l'intento di mantenere la vocazione produttiva nel settore automobilistico, senza però escludere l'inserimento di ulteriori imprese operanti in settori diversi, come ad esempio quello turistico.

L'Accordo, per altro, evidenziava la necessità di sviluppare gli interventi con una tempistica coerente con le esigenze di rioccupazione della manodopera, stabilendo un tempo massimo per completare gli investimenti di 36 mesi. Tale termini però e stato raggiunto e superato, circostanza che conferma un dato in realtà già acquisito dalle parti interessate: quell’accordo è saltato, già da tempo, mandando in fumo quei 450 milioni di euro promessi.

Lo Scorso 16 aprile, una interrogazione parlamentare del deputato Marco Da Villa (M5S) ha “riesumato” la questione, chiedendo al governo più dettagliate informazione sul perché gli impegni e la tempistica previsti dall’Accordo di programma sottoscritto nel 2011 non siano stati rispettati:

”Agli interroganti – scrive il primo firmatario Da Villa – risulta inoltre che l'Assemblea regionale siciliana stia, proprio in questi giorni, esaminando il testo della cosiddetta «legge finanziaria-bis», un disegno di legge regionale il cui contenuto è stato prodotto a seguito della «bocciatura», da parte del commissario dello Stato per la Sicilia, di alcune parti della legge regionale 28 gennaio 2014, n. 5, legge di stabilità regionale siciliana per il 2014: nel testo attualmente in esame si prevede la destinazione di 140 milioni di euro per la reindustrializzazione del polo industriale di Termini Imerese, di cui 90 a titolo di cofinanziamento e 50 a titolo di fondo di garanzia, utilizzando parte delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione assegnate alla Sicilia”. Fatta questa precisazione Da Villa chiede al governo “se, in quale misura e per quali fini i fondi stanziati all'interno dell'accordo citato in premessa, siglato nel febbraio 2011 tra Ministro dello sviluppo economico e regione Sicilia, ne siano stati utilizzati e se e in quale modo, secondo le informazioni in possesso del Ministro interrogato, gli stessi siano collegati con gli stanziamenti previsti nel testo della cosiddetta «finanziaria-bis» in esame all'Assemblea regionale siciliana”.

 

 

La risposta all’interrogazione giunge il 22 aprile direttamente dal viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti:

Per la riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese, erano stati proposti quattro progetti industriali riuniti in una short list da Invitalia. In seguito ad un'analisi più approfondita da parte di Invitalia condivisa al tavolo costituito presso il Ministero dello sviluppo economico che ha visto la partecipazione anche delle parti sociali e delle istituzioni locali, l'istruttoria di questi progetti si è conclusa negativamente a causa di insufficienze di carattere industriale o finanziario. Fin dalla metà del 2012 si è proceduto pertanto a cercare di individuare nuovi interlocutori. Le proposte più recenti, riassunte nel tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico il 14 aprile scorso, prevedono tre nuovi progetti che presentano maggiore solidità sul piano industriale e delle garanzie finanziarie. Si tratta di progetti ancora in fase di definizione, ma si ritiene vi siano fondati motivi che possano offrire reali prospettive al polo industriale di Termini Imerese. Si tratta, in particolare, di due progetti che riguardano il settore automotive: il primo relativo alla produzione di un veicolo ibrido elettrico-benzina; il secondo riguarda invece la componentistica. In parte sono sinergici tra loro e, in particolare, il progetto relativo alla componentistica ha un mercato di sbocco non solo interno, ma più ampio a livello internazionale. I due progetti avrebbero un impatto molto significativo dal punto di vista occupazionale, soprattutto per i lavoratori in attesa di essere ricollocati, e sull'indotto perché riattiverebbero il tradizionale settore automotive di Termini Imerese.Il terzo progetto riguarda una bioraffineria di seconda generazione. Ricorda al riguardo che l'Italia si è battuta in sede di Consiglio europeo per obiettivi più ambiziosi relativamente allo sviluppo di biocarburanti di seconda generazione. Atteso che non si sono potute utilizzare le somme del vecchio accordo di programma del 2011, sottolineo che è in via di definizione un nuovo accordo di programma per Termini Imerese che fa leva su un analogo ammontare di risorse pubbliche sia nazionali sia regionali, a valere sul ciclo di programmazione 2014-2020, come convenuto al tavolo svoltosi lo scorso 14 aprile presso il Ministero dello sviluppo economico.

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