Termini Imerese, continua a Roma la farsa sul rilancio della Fiat

Michele Ferraro

Editoriale

Termini Imerese, continua a Roma la farsa sul rilancio della Fiat
Domani ennesimo rinnovo della cassa integrazione, ma il piano industriale è fermo al palo

18 Gennaio 2016 - 00:00

Approda per l’ennesima volta a Roma la vertenza dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. L’incontro è stato convocato al ministero dello Sviluppo economico per il prossimo 29 settembre. Data scelta non a caso dato che l’indomani, il 30 di settembre, scadono nuovamente i termini per la cassa integrazione.

Un giochetto ormai chiaro a tutti che ricalca da anni gli stessi metodi con le stesse scadenze: vengono presentati dei piani industriali fantoccio da società di dubbia solidità, comunque collegate a “mamma” Fiat, che hanno un solo ed unico fine: dilatare i tempi degli ammortizzatori sociali.

Una soluzione “placebo” per evitare che scoppi la bomba della disoccupazione, che in un territorio a forte vocazione mafiosa, potrebbe causare una netta recrudescenza delle attività criminali. I cui sintomi, putroppo, già si avvertono.  

Allora si studiano a tavolino delle versioni, più o meno credibili, di passaggi di proprietà, prima Dr Motor, poi Grifa ora Blutec, e poi si va a Roma, a scadenze fisse, per chiedere il rinnovo della Cassa integrazione guadagni per i lavoratori dell’ex stabilimento termitano. Di veri e concreti progetti di rilancio dell’area industriale neanche l’ombra. Non ce n'erano 6 anni fa, non se ne vedono oggi.

Ora la situazione comincia davvero a stancare! Per la cronaca l’ennesima riunione sarà presieduta dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e saranno presenti i sindacati, i vertici di Blutec, i rappresentanti del comune di Termini Imerese, con a capo il sindaco Salvatore Burrafato, della Regione siciliana, del ministero del Lavoro e Invitalia.

“Sul rilancio del polo industriale – si legge in un comunicato – l’istruttoria avviata da Invitalia, l’advisor del Mise incaricato di verificare le offerte per Termini Imerese, va avanti e gli uffici stanno valutando la congruità del piano industriale e finanziario di Blutec per il rilancio del polo industriale.” Menzongne! 

Proprio il progetto Blutec in questi giorni sembra essere naufragato. La società guidata da Roberto Ginatta, dopo il versamento iniziale di 6 milioni di euro, non avrebbe dato seguito agli altri impegni. In soldoni mancano ancora 18 milioni di euro di capitale sociale per raggiungere i 100 milioni che erano stati messi a bilancio per il primo semestre 2015. 

«Il tempo degli annunci è scaduto» sbottano i sindacati, consapevoli di trovarsi di fronte ad una farsa che dura da 6 anni

«Siamo arrivati a un punto di non ritorno – spiega il leader della Fiom Mastrosimone – i lavoratori non possono rimanere ostaggio degli ammortizzatori sociali. Al contrario serve una soluzione industriale vera, che consenta di riaprire i cancelli della fabbrica. Se Blutec non è quell’azienda solida che ci era stata presentata allora il ministero dovrà chiedere a Fiat di ritornare sui suoi passi.”

«C’è bisogno che sia detta una parola chiara – afferma il sindaco Burrafato – per capire se Blutec ha dato le necessarie garanzie finanziarie e se si ritiene che sia questa la via per far uscire Termini Imerese da una vertenza che si trascina da troppo tempo. I lavoratori sono stanchi di questa spasmodica attesa, in questi anni abbiamo sentito davvero troppi annunci. Adesso ci dicano chiaramente quando si parte e con chi».

“L’incontro al Mise della prossima settimana – conclude Roberto Mastrosimone – deve mettere fine a un’emergenza che va avanti da anni ma che finora ha prodotto come unica soluzione sono anni di cassa integrazione. L’accordo firmato a dicembre scorso va rispettato e lo stabilimento riaperto. I 1.050 operai di Fiat e dell’indotto devono tornare a lavorare”. 

Altre notizie su madoniepress

Autorizzazione del Tribunale di Termini Imerese N. 239/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana

Condirettore Responsabile Michele Ferraro

redazione@madoniepress.it