Termini Imerese, si chiude la “Festa del Mare” fra cooking show, concerti e polemiche

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Termini Imerese, si chiude la “Festa del Mare” fra cooking show, concerti e polemiche
Fondi europei intercettati dal Comune, ma pescatori marcano le distanze ed esplode il caso “pesce azzurro”

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si è conclusa con il consolidamento dei rapporti tra una cittadina siciliana e una libanese unite da simili tradizioni eno-gastronomiche,la Festa del Mare 2015, la tre giorni che ha proposto a Termini Imerese workshop, laboratori gastronomici per adulti e bambini, cooking show, convegni e degustazioni con l’obiettivo di valorizzare il pesce azzurro, favorire le politiche a sostegno della marineria locale e promuovere e tutelare il territorio nell'ottica di un'offerta turistica integrata.

L’iniziativa, realizzata dal Comune di Termini Imerese, attraverso l’utilizzo di fondi ministeriali del MIPAF (Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) e del FEP 2007-2013 (Fondo Europeo della Pesca), non ha però messo d’accordo tutti.

Se da un canto c’è la soddisfazione dell’amministrazione comunale per come è stata gestita la tre giorni ricca di appuntamenti, d’altro canto si leva in coro il malcontento dei pescatori del Golfo di Termini Imerese

“Noi pescatori del Golfo di Termini Imerese non siamo stati coinvolti nella festa del mare e, a dirla tutta, è stato meglio così – afferma il presidente del Consorzio di Gestione della Fascia Costiera, Angelo Mantia che rappresenta il disagio di oltre 80 fra piccoli e medi pescatori locali – Questa festa forse sarà servita all’immagine di Termini Imerese ma non a noi. Hanno fatto una festa del mare senza sposare le nostre cause. I politici regionali intervenuti hanno fatto la loro passerella ma si sono guardati bene la confrontarsi con noi e con le nostre emergenze. In patica hanno voluto fare una festa del mare senza la pesca, utile solo a spendere i soldi del F.E.P. A noi non servono le feste finanziate dall’Europa a noi serve che l’Europa ci metta nuovamente in condizione di lavorare serenamente”.

Per l’amministrazione comunale invece il bilancio della manifestazione è positivo: oltre ottomila degustazioni di pesce servite nell’apposita area attrezzata, centinaia di bambini che hanno seguito i percorsi di ecologia marina e pubblico entusiasta a seguire i cooking show e gli spettacoli serali presentati da Salvo La Rosa che hanno avuto come protagonisti Anna Tatangelo (che nonostante il maltempo ha fatto registrare circa duemila presenze) e Toti e Totino.

 “Nel corso della Festa del Mare – spiega il sindaco Salvatore Burrafato – sono state gettate le basi per un interscambio tra Termini Imerese e la città di Zahle (capoluogo del Governatorato della Beqà, a circa45 km a est di Beirut, 53 mila abitanti) che abbia come obiettivo la pace tra i popoli e la pace nel Mediterraneo. Questa è la prima tappa di un percorso di cui termini Imerese è apripista e rappresenta anche la prima uscita ufficiale di Itinera med, “Itinerari Mediterranei del Gusto”.

Alla serata conclusiva di domenica hanno partecipato nei cooking show lo chef termitano Salvo Campagna e quello libanese Charbel Abou Samra, ma anche l’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo e il vice presidente dell’Ars Giuseppe Lupo.

Proprio sui coocking show e sulle degustazioni si innesta però un’altra polemica, legata all’utilizzo del pesce azzurro in un periodo durante il quale la sua pesca è rigorosamente vietata in tutto il litorale del golfo di Termini che va da Aspra a Finale di Pollina. Un rigido regolamento adottato dal Consorzio di Gestione della Fascia Costiera fa divieto infatti di pescare il novellame per il periodo che va da novembre a febbraio di ogni anno. Qual è stato quindi il pesce azzurro somministrato durante le degustazioni? Non certo quello della nostra fascia costiera.

A spingere su questo tasto il coordinatore nazionale di Rinnovamento per l’Italia, Salvatore Moncada, che vive da vicino le problematiche della pesca, essendo un lavoratore del settore. “Ho avuto modo di parlare con i pescatori Termitani – afferma Moncada – c’è grande delusione per una manifestazione che non ha portato nulla al settore ittico imerese che vive una profonda crisi e che non ha davvero nulla da festeggiare. Poi, fare una degustazione di pesce azzurro per promuovere i nostri prodotti in un periodo in cui questo tipo di pesca è assolutamente vietata è scandaloso”.

Sullo stesso tema molto polemico anche il posto del noto chef termitano Natale Giunta che rivolgendosi agli oltre 80mila followers della sua pagina facebook scrive “è come distruggere il denaro pubblico. I bambini muoiono di fame e di freddo. Purtroppo è come mangiare il panettone ad agosto sotto il sole di Dubay. Pesce azzurro a novembre inesistente, Oltre che vietato, tipo spada, tonno, alalunga. Le sardine, le alici, la spatola a novembre non esistono. Forse la comunità europea regala il denaro pensando che vengono dalla Cina. Noi vogliamo il pescato nostro. Questo è il risultato di chi vuole grattare dai muri quello che non è di competenza.”

A gettare acqua sul fuoco ci pensa il sindaco Salvatore Burrafato che afferma “Conosco benissimo i problemi veri del comparto ittico termitano. La Festa del Mare non aveva certo l’ambizione di risolvere in tre giorni questioni complesse che si trascinano da anni. Ma è un cammino che è appena cominciato e vuole se possibile intervenire anche a tutela delle legittime istanze dei nostri pescatori. Di certo abbiamo cominciato a far parlare in modo massiccio di questo settore fondamentale per il nostro territorio, abbiamo fatto un’ottima promozione e questo serve anche ad accendere i riflettori su tutti i temi legati alla nostra pesca, anche quelli più critici”. 

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