Ufficio veterinario di “Cefalù e Termini Imerese”, sospeso il responsabile Nicasio Lodato

Redazione

Cronaca

Ufficio veterinario di “Cefalù e Termini Imerese”, sospeso il responsabile Nicasio Lodato
Con lui a casa senza stipendio altri 16 fra dirigenti e tecnici dell'Asp di Palermo

18 Gennaio 2016 - 00:00

La bufera che, in seguito all’inchiesta avviata su Paolo Giambruno, si è abbattuta sull’Ufficio veterinario dell’Asp di Palermo, continua a funestare gli uffici. E’ di ieri pomeriggio la notizia che il manager Antonio Candela ha deciso di azzerare l’intero ufficio veterinario. 16 le lettere di sospensione inviate ad altrettanti dipendenti (fra dirigenti e tecnici) dell’ufficio guidato fino a qualche tempo fa da Giambruno.

Da oggi tutti a casa e senza stipendio (riceveranno solo un assegno alimentare). Fra i dirigenti colpiti dalla sospensione anche Nicasio Lodato, responsabile dell’unità veterinaria di Cefalù e Termini Imerese.

 Ma figurano anche Carlo Milletarì (dirigente dell'unità di Igiene urbana e lotta al randagismo), Rosario Filippo Pistoia (responsabile dell'unità Coordinamento e servizi ispettivi), Pippo Giardina, Patrizia Lucia, Carmelo Murania, Giacomo Lo Monaco, Paolo Ingrassia, Carlo Josè Dispenza, Nicolò Di Bartolo (veterinario), Angelo Foresta (tecnico della prevenzione), Pietro Fazio (tecnico), Rosario Aliotta (tecnico), Vittorio Macaluso (tecnico), Lorenzo Quartararo (tecnico). Ed ovviamente Paolo Giambruno.

I loro nomi fanno parte dell'elenco dei 29 indagati dalla Procura della Repubblica. Secondo i pm, i dipendenti pubblici, guidati da Giambruno, avrebbero chiuso un occhio quando c'era da controllare allevamenti e imprese amiche.

L’indagine, nata dalla denuncia di un medico, è sfociata in una mega inchiesta che ha mandato a gambe all’aria l’intero dipartimento veterinario dell’Asp di Palermo, con pesanti conseguenze specie per il dirigente Giambruno.

A guidare l’inchiesta della sezione Misure di prevenzione del Tribunale, sono stati il procuratore aggiunto Dino Petralia e i sostituti Calogero Ferrara e Claudia Bevilacqua.

Giambruno risponde di”interposizione fittizia di beni aggravato dall'avere agevolato esponenti di Cosa nostra”.

Ala luce di questi gravissimi fatti e della “pericolosità sociale” che i giudici riconoscono a Giambruno, ecco la durissima presa di posizione di Candela che decide di mandare tutti a casa. Contestualmente alla sospensione dal servizio è stato avviato il procedimento disciplinare. I 16 sospesi rischiano ora il licenziamento.

Al momento le sorti del servizio veterinario sarebbero stati affidate al dirigente Antonio Lo Grasso, l'unico a non essere stato toccato dalle indagini.

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